Sostanzialmente io ho perso l’ultimo rialzo di Borsa Italiana e mi sono invece concentrato sulle azioni internazionali. Questo tra le proteste dei lettori che ovviamente vogliono azione italiane anche quando non è il caso, un po’ come cercare le pesche il 3 di gennaio al supermercato. Tranne qualche azione tipo Esprinet non ho fatto davvero molto sull’Italia e la ragione di questa mia ritrosia è banale e assolutamente inconfessabile: la Borsa Italiana non ha rotto nessun massimo, è stata sempre imprigionata in quella gabbia che vedete in qualsiasi grafico mensile. Sostanzialmente noi siamo ancora al livello del 2006 prima della grande crisi. E per capirlo basta plottare il grafico mensile Ftse All Share contro MS World Euro ovvero in termini piani Italia contro il resto del mondo. Il grafico della forza relativa tra questi due indici è scoraggiante perché assomiglia al rotolare di una pallina da ping pong verso il basso e rappresenta la forza del nostro indice rispetto alle Borse di tutto il mondo:
Plotto di seguito un grafico trimestrale del MIB STORICO che ormai propongo ai lettori da quasi 10 anni: il grafico mostra che siamo allo stesso livello del giugno 1986 ovvero sono passati 35 anni e siamo lì … è passata una vita e ci potete andare in pensione con questi 35 anni e non si è mosso niente…
Ma questo è il passato.
Mi ha chiamato sabato scorso l’Omino Nero, che è il soprannome di un personaggio della finanza molto abile che talvolta mi passa delle informazioni e invece in questo caso mi ha fatto la domanda delle domande: quando finirà il gioco del cerino del rialzo ? Quando si romperà il giocattolo ? Perché il Nasdaq non si può dire che non sia sul massimo dei massimi e quando cade il Nasdaq si tira dietro come birilli tutti gli altri mercati. Ma qual è l’interazione tra una Borsa come quella italiana che non è andata da nessuna parte e un Nasdaq che ritraccia ? Ci sono possibilità che anche la Borsa Italiana faccia come il Nasdaq e galoppi inarrestabilmente al rialzo ?
Siccome si tratta di prevedere il futuro e l’analisi tecnica può fare tutto tranne che prevedere il futuro mi sono rivolto ad uno strumento che i miei lettori conoscono molto bene e che è il Sequential di Thomas Demark. Il Sequential di Thomas Demark, dal nome del noto analista tecnico americano che l’ha inventato, è una sequenza di chiusura superiori alla chiusura di 4 giorni precedenti. Questa sequenza è fatta da 9 barre di questo tipo (Set Up), quindi si ha una pausa momentanea dei prezzi e quindi un’altra serie di 13 chiusure superiori alla chiusura di 4 giorni precedenti (CountDown). A quel punto si ha un segnale di rovesciamento. Fate conto di vedere due gambe di rialzo a mo’ di uncino come segue:
Ho quindi applicato il Sequential ai diversi indici azionari italiani e questo su diversi time frame (barre giornaliere, settimanali, mensili) e il risultato è scoraggiante: se anche gli indici italiani non si possono definire a tendenza rialzista perché come da immagine precedente sono in orizzontale dal 2009 ad oggi (e quindi diciamo che il Sequential non è lo strumento adatto) notiamo in maniera onnipresente l’esaurimento del ciclo rialzista segnalato da un CountDown (conteggio del secondi ciclo di barre) ormai maturo su tutti i time frame (daily, weekly, monthly) ovvero su tutti gli orizzonti temporali. E la cosa è abbastanza inquietante se la si inserisce in un contesto di politica interna dove abbiamo un governo in carica vicino a possibili elezioni, una pandemia ancora in corso, una situazione di finanza pubblica ai limiti della Grecia e poi mi fermo perché non voglio che vi mettiate a piangere. Insomma, se il mercato azionario italiano deve calare o perlomeno continuare a non performare questa è la situazione ideale. E pubblico di seguito forse il grafico più importante quello del Sequential sul Ftse Star italiano, ovvero l’indice meno lesso di tutti gli altri perché impreziosito dalle migliori aziende italiane (no banche ed assicurazioni, please):
E quindi la risposta che ho dovuto a malincuore dare all’Omino Nero è stata la seguente: non so se il Nasdaq sia arrivato oppure no, non ho mai assistito ad una pandemia che negli USA ha fatto più morti della seconda guerra mondiale e quindi faccio fatica ad orientarmi. Quello che posso dire del mercato italiano è che siamo ad un punto di svolta ciclico con il pendolo delle probabilità che sembra escludere il prolungamento del rialzo.
Anzi, c’è un triste paragone che si staglia all’orizzonte e vi mostro una immagine che nessuno di voi vorrebbe vedere ma è così: la forza relativa dell’indice azionario greco con il MIB storico italiano. Se notate la linea rossa in basso (che è il rapporto tra i due indici) è sostanzialmente pari dal 2015 ad oggi e questo significa che dal 2015 ad oggi l’Italia per i mercati è al pari della Grecia.
Adesso lo so che inizierete ad andare su tutte le furie ricordandomi che Roma ha conquistato la Grecia 2000 anni fa, che siamo la settima potenza manifatturiera del mondo, la patria della pizza e del mandolino e via andare. Ma questo grafico è semplicemente quello che siamo per i mercati che è quello che conta, non quello che siamo secondo voi o secondo quello che erano gli antichi romani…- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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