Btp Italia sprint: dalle famiglie oltre 6,5 miliardi

Lo spread tocca i minimi da luglio 2021. Collocati altri 10 miliardi di Titoli di Stato

Btp Italia sprint: dalle famiglie oltre 6,5 miliardi
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La ventesima edizione del Btp Italia ha incassato oltre 6,5 miliardi dai piccoli investitori, con 1,24 miliardi raccolti nell'ultima giornata. Oggi, invece, ci sarà una finestra dedicata agli investitori istituzionali con il Tesoro che, prima dell'apertura delle sottoscrizioni, comunicherà la conferma o la revisione al rialzo del tasso minimo garantito, al momento fissato all'1,85 per cento (con un premio di fedeltà all'1% per chi conserva il titolo fino alla scadenza dei sette anni). La precedente edizione, che risale a oltre due anni fa, aveva raccolto 8,5 miliardi dalle famiglie, ma il titolo allora era trainato da un'inflazione elevata ed era particolarmente appetibile essendo indicizzato all'andamento dei prezzi. Considerato il contesto, i 6,5 miliardi raccolti in questa edizione sono quindi da considerare un riscontro positivo.

Anche perché ieri è stata una giornata proficua per il finanziamento del debito pubblico italiano. Il ministero dell'Economia, infatti, ha collocato in asta 6,5 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni e 3,5 miliardi di Ccteu (Certificati di credito del Tesoro indicizzati all'Euribor). La domanda robusta (oltre una volta e mezzo l'offerta) di titoli di Stato italiani ha limato il rendimento dei Btp a 5 anni che è risultato essere in calo al 2,73% mentre quello a 10 anni è sceso al 3,57 per cento. I Ccteu assegnati, con scadenza ad aprile 2034, rendono il 3,28 per cento. Un'asta con buoni risultati, quindi, che hanno portato a un ulteriore calo per il differenziale di rendimento tra il Btp decennale italiano e il Bund tedesco, che scende a 97 punti base (98 ieri) sui minimi da luglio 2021 (con un rendimento che è tornato sotto all'asticella del 3,5 per cento).

L'Italia sta godendo di un periodo di buona reputazione sui mercati. Negli ultimi mesi, infatti, è stata promossa di un gradino da S&P, una delle tre grandi agenzie di rating americane, e ha incassato anche una revisione delle prospettive (da stabili a positive) da Moody's, che certo è una delle agenzie meno generose con l'Italia, posizionandola all'ultimo grado dell'investment grade. In particolare, a piacere è stata una performance fiscale migliore del previsto nel 2024, grazie a entrate più elevate e alla graduale eliminazione di incentivi fiscali come il Superbonus. Inoltre, hanno giocato un ruolo importante la stabilità politica del Paese, con la solidità del governo Meloni a cui fa da contraltare la grande instabilità che ha contraddistinto negli ultimi tempi due grandi Paesi europei paragonabili come Francia e Germania.

A completare il quadro c'è anche un mercato del lavoro che, malgrado un rallentamento della crescita economica a causa delle incertezze geopolitiche e dei dazi, continua a mantenersi solido per creazione di posti di lavoro e aumento del tasso di occupazione. Dovesse esserci una schiarita sul commercio, allora per l'Italia potrebbe veramente aprirsi una prateria verso ulteriori miglioramenti del suo rating.

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