Nei rapporti della Pubblica amministrazione con le imprese solo Grecia e Malta fanno peggio dell'Italia. Lo rileva la Cgia di Mestre, secondo la quale la burocrazia costa al sistema imprenditoriale 31 miliardi: mediamente 7mila euro all'anno per ogni azienda. La cattiva performance della pubblica amministrazione penalizza anche gli investimenti diretti esteri in Italia, solo la Grecia ha un'attrattività inferiore.
Nei rapporti con le imprese la burocrazia italica, secondo Cgia, è la meno efficiente tra i 17 Paesi dell'area dell'euro. A salire sul gradino più alto del podio è la Finlandia: seguono l'Irlanda e la Germania. L'Italia, invece, si colloca al quindicesimo posto a livello Ue, mentre nella graduatoria mondiale è al 65mo posto.
I neo imprenditori subiscono il costo più elevato in Ue (14,2% sul reddito pro-capite) per avviare l'attività; sono necessari 234 giorni per ottenere i permessi per costruire un capannone. Ben 33 giorni in più rispetto la media Ue. Solo per i giorni necessari per dare avvio a un'azienda, l'Italia spicca con 6 giorni rispetto ai 13 della media europea (in Portogallo 3, 4 invece in Belgio e in Olanda). Bisogna invece aspettare 124 giorni per ottenere l'allacciamento alla rete elettrica. In Europa la media è di 102 giorni (17 in Germania, 69 in Francia). Le imprese italiane soffrono anche un carico fiscale record: 65,8% sui profitti commerciali di una impresa (44,3% media europea; 20,7% in Lussemburgo e 49,4% in Germania). Per completare le procedure di esportazione sono necessari 19 giorni, ultimi in Ue (6 in Estonia, 9 in Germania). Italia fanalino di coda anche per completare le procedure di importazione: 18 giorni (5 a Cipro e 7 in Germania). In una disputa commerciale, infine, sono necessari 1.185 giorni per ottenere una risoluzione. Solo Slovenia (1.260) e Grecia (1.300) fanno peggio. La media Ue è di 622 giorni.
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