«Se esistono aziende che nascono per essere messe in vendita, Cruciani non è una di quelle». Luca Caprai, titolare della maison famosa in tutto il mondo per i braccialetti in macramè, sul futuro ha le idee chiare, anche se non intende chiudere nessuna porta.
«Mi piacerebbe poter raggiungere tutti gli obiettivi dell'azienda sempre da solo, ma non si può mai dire mai. Anche se ci piace ancora giocare in famiglia, non posso essere così snob da non considerare l'idea di una cessione, se ce ne sarà bisogno in futuro». E sarebbe proprio Unicredit «il partner giusto per un'operazione di questo tipo», ha aggiunto l'imprenditore, che con la banca ha già un progetto in corso: Genius Card, una carta prepagata in edizione limitata - disponibile fino al 9 gennaio 2014 - abbinata ai celebri braccialetti. Lontana, invece, l'ipotesi di una quotazione: «Non mi sento ancora all'altezza della Borsa - dice Caprai - . Quando, tra quattro o cinque anni, le dimensioni del gruppo ce lo permetteranno, o ci obbligheranno, potremmo anche pensarci». Per ora, l'imprenditore si gode i buoni risultati: negli ultimi due anni il marchio ha registrato «una crescita del 100% - ricorda Caprai- e per la chiusura del 2013 ci aspettiamo un ulteriore aumento del 30% a quota 41,7 milioni di euro». Un aumento dovuto per il 50% proprio ai braccialetti: se ne vendono 850mila al mese, un successo sia in Italia (la prossima boutique ad Ancona) sia all'estero; l'ultima apertura in ordine di tempo è stata a New York, dove si fa la fila per entrare nel negozio monomarca all'interno del Time Warner Center, e tra pochi giorni toccherà ad Abu Dhabi. Ma Cruciani non vuol dire solo frivolezza: a oggi il gruppo ha devoluto in progetti di beneficenza e solidarietà un milione di euro perché, sdrammatizza Caprai, «fare del bene è divertente».
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