Politica economica

La cantonata del "Financial Times" sul ddl Capitali

La premier ha indirettamente replicato alle perplessità sollevate da alcuni manager di società quotate che vedono nell'intervento legislativo un rischio per la governabilità delle società

La cantonata del "Financial Times" sul ddl Capitali

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Giovedì scorso, durante la conferenza stampa di fine anno, la premier Giorgia Meloni, sollecitata da un giornalista, ha spiegato di non ritenere corretta la lettura secondo cui il ddl Capitali il disegno di legge governativo che intende rilanciare il mercato italiano dei capitali e difenderlo dalla maggiore attrattività normativa delle Borse straniere - rischia di allontanare gli investimenti e paralizzare l'attività di alcuni grandi gruppi. La premier ha perciò indirettamente replicato alle perplessità sollevate da alcuni manager di società quotate (guarda caso gli stessi che negli anni hanno beneficiato del meccanismo della lista del cda per perpetuare il loro incarico) che vedono nell'intervento legislativo un rischio per la governabilità delle società. Poiché la norma sulla lista del cda approvata peraltro da tutto l'arco costituzionale (le opposizioni si sono semplicemente astenute) - serve a limitare il meccanismo con cui si perpetuano all'infinito i vertici aziendali a prescindere dai soci, c'è da ritenere che per questi manager ad essere messo a rischio sia non tanto il principio di governabilità delle società, bensì la governabilità amministrata da loro, ovvero il potere di cui costoro si ritengono legittimi portatori indipendentemente dalla volontà dei soci.

Sorprende che un tale travisamento sia proposto anche dal Financial Times che, sposando il loro punto di vista, ieri ha vergato un duro attacco a Giorgia Meloni paventando che le norme del ddl Capitali renderebbero inapplicabile «un regime di corporate governance già di per sé bizzarro». C'è da chiedersi in che mondo vivano i giornalisti del FT, visto che è cosa arcinota che il sistema di corporate governance italiano, che ha preservato il sistema economico negli anni più difficili, è minacciato non dalla legittima volontà del legislatore di regolarne i meccanismi bensì dall'ambizione di coloro che sono più impegnati nella difesa del proprio diritto divino all'autoperpetuazione che nella crescita delle società che guidano.

Dopo aver assistito al fallimento degli allarmi sulla reazione dei mercati all'avvento di un governo di centro-destra democraticamente eletto, attendiamo adesso l'esito scontato di questo nuovo warning targato FT.

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