Consob scopre la maxi-cedola chiesta da Unipol

Unipol gruppo finanziario voleva staccare dalla controllata Unipol Assicurazioni un dividendo di 250 milioni, prima di unirla in matrimonio con le altre controllate Fonsai, Milano Assicurazioni e Premafin. Ma dopo una serrata trattativa con Fonsai, che ha coinvolto anche il comitato parti correlate, ha dovuto ribassare del 40% le pretese, accontentandosi di 150 milioni. Lo rivela l'integrazione al documento informativo sulla fusione reso noto da Fonsai su pressione della Consob.
Il collegio sindacale Fonsai, sollecitato dall'Authority a chiarire alcuni punti del processo che ha portato ai concambi, ricorda che il nodo del dividendo è stato esaminato per la prima volta dal comitato parti correlate di l'8 dicembre, 12 giorni prima dell'approvazione dei concambi definitivi. Quando Gian Luca Santi, responsabile Pianificazione, ha detto al comitato che l'extracedola si era resa necessaria per «riequilibrare le differenze patrimoniali» emerse nel 2012 tra Unipol e le sue spose. Lo stesso giorno Citi, advisor del comitato parti correlate, ne discute con i rappresentanti di Unipol, riferendo agli indipendenti prima con una email, poi in una riunione il 10.
L'11 il comitato si riunisce ancora e invia al presidente Fonsai, Fabio Cerchiai, una lettera con «specifiche richieste di chiarimento» sul maxi-dividendo. All'indomani Santi torna davanti al comitato per spiegare «le motivazioni» alla base della decisione. Citi fa quindi il punto con il comitato, informandolo che dopo non meglio precisate «valutazioni» effettuate dalle «parti coinvolte nell'operazione», si era deciso di ridurre il maxidividendo da 250 a 150 milioni, tagliandone l'ammontare del 40%.

Sulla maxicedola decisa da Unipol, che all'atto dell'approvazione dei concambi controllava tutti i cda delle società coinvolte, ha espresso «perplessità» anche Mario Cattaneo, consulente di Fonsai, secondo cui la scelta del dividendo è frutto di «assestamento di valori» in un contesto che rende ogni stima «particolarmente incerta» al punto che si sarebbe potuto scegliere di «non modificare» le stime precedenti.

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