Dopo la corsa, nelle Borse scatta l'ora delle prese di profitto Mercati

Le stime pessimistiche della Banca Mondiale hanno senz'altro contribuito ieri ad abbassare la propensione al rischio globale. Eppure, la sostanziale tenuta delle Borse sembra indicare un sentiment ancora rialzista, ancorato alle aspettative di un miglioramento congiunturale entro la fine dell'anno. L'andamento di Piazza Affari lo dimostra: il -0,7% finale, spiegano gli analisti, è stato ieri frutto più che altro di prese di profitto.
Molti investitori stanno insomma passando all'incasso in modo da portare a casa più o meno ricche plusvalenze. Nell'ultimo mese il Ftse-Mib è infatti cresciuto del 9%, mentre nelle ultime sette sedute il guadagno è stato pari al 2,3%.
Il fenomeno dei realizzi è ancora più evidente sui titoli bancari, il cui peso percentuale sull'indice di riferimento non è certo irrilevante. I titoli del credito vengono da un lungo periodo di recupero, che solo in parte ha consentito di ridurre le perdite accumulate nel periodo peggiore della crisi del debito. Solo nell'ultimo mese i guadagni sono stati superiori al 19%; inoltre, nonostante i ribassi accusati nelle ultime due sedute, il settore conserva ancora un progresso del 6% dall'inizio dell'anno. Oltre alle quotazioni fortemente depresse rispetto ai periodi pre-crisi, la risalita è stata indotta dal raffreddamento dello spread tra Btp e Bund (ieri sotto i 270 punti).

Il calo della febbre da differenziale ha contribuito a dissipare i timori sui bond del debito italiano, di cui le nostre banche hanno fatto incetta (363 miliardi di euro il controvalore a fine settembre) grazie ai prestiti a buon mercato messi a disposizione della Bce attraverso le due aste a rubinetto (Ltro) che hanno erogato complessivamente 1.000 miliardi. E più di recente, i titoli del credito avevano beneficiato delle nuove norme di Basilea 3 che accordano più tempo agli istituti per reperire liquidità-extra.

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