De Benedetti fa il guru e punta sui giochi «2.0»

L'ingegnere scommette 1,8 milioni di dollari nella start up Little Heroes. Spunta l'asse con Debellini

De Benedetti fa il guru e punta sui giochi «2.0»

C'è un aneddoto che Carlo De Benedetti racconta spesso: alla fine degli anni Settanta, quando era alla guida della Olivetti, ebbe un incontro in California con i fondatori di Apple, Steve Jobs e Steve Wozniak. «Mi chiesero 200mila dollari per finanziarli. In cambio del 20% dell'azienda». Una percentuale che oggi, con la società di Cupertino che è la più capitalizzata al mondo, varrebbe oltre 100 miliardi di dollari. Allora con Olivetti era in bancarotta e rifiutò: «Ripensandoci mi viene voglia di spararmi tutte le mattine, quando mi faccio la barba», ha confessato una volta l'Ingegnere. Che ha visto anche naufragare la sua Cdb Web Tech, società creata nel 2000 e specializzata in investimenti in aziende high tech ad alto tasso di innovazione, poi ceduta a De Agostini e trasformata in Dea Capital.

Oggi l'ottantunenne De Benedetti ci riprova scommettendo 1,8 milioni di dollari in una start-up californiana, la Little Heroes Technologies che sta lanciando sul mercato gli smart toys «Herokins». Si tratta di due pupazzetti colorati - McRed e Dr Rose - che i bambini possono indossare al polso come un orologio e che collegati via bluetooth con l'iPad o lo smartphone consentono dei giochi interattivi.

Per finanziare il progetto, è partita una raccolta di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo e secondo quanto riportato dal sito Toybook.com, ha già ricevuto la generosa offerta da quasi due milioni di dollari da un unico «angel investor»: De Benedetti. Perché l'Ingegnere ha deciso di scommettere sugli Herokins? Pensa ai prossimi regali di Natale per i nipoti? O forse perché la start-up è basata a San Francisco ma il fondatore è italiano, si chiama Paolo Debellini ed è figlio di Graziano. Padovano, ex presidente della Compagnia delle Opere, a capo di numerose società attive nelle costruzioni e nell'energia nonché fondatore di Tivigest, tour operator specializzato nel turismo religioso, Debellini senior conosce bene il patron de l'Espresso.

Per ricostruire i contatti fra i due torna utile un articolo del Corriere della Sera pubblicato nel settembre 2012 in cui si rivela l'ingresso - avvenuto a novembre 2011 - di De Benedetti nel cda di Amber Capital sgr, capofila italiana di uno dei fondi di investimento più attivi della Borsa Italiana (di recente è entrato nell'aeroporto di Bologna, via Ipo, ed è anche azionista dello scalo veneziano gestito dalla Save). Nello stesso articolo si ricordano i rapporti fra l'Ingegnere con il creatore di Amber, l'ex trader franco-armeno Joseph Oughurlian che per anni è stato anche consigliere indipendente di Cofide, azienda della galassia De Benedetti.

Oltreché l'acquisto da parte di Amber, avvenuto nel 2011, di una quota consistente della holding padovana Sorgent attiva nel settore dell'energia e presieduta da Graziano Debellini.

Oggi De Benedetti investe sugli smart toys del figlio. Forse con un pensiero per quella “Mela“ mai colta negli anni Settanta a Cupertino.

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