Economia

"Design, arredo e legno: incentivi e sostenibilità per la sfida del rilancio"

Il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin: "Governo e Parlamento sostengano la ripartenza delle imprese della filiera. Le nostre richieste realistiche ed equilibrate. Tutelare le Pmi e i posti di lavoro. L'nnovazione green decisiva per la crescita sui mercati. Il Salone del Mobile.Milano che torna a settembre 2021 simbolo della rinascita per il Made in Italy"

"Design, arredo e legno: incentivi e sostenibilità per la sfida del rilancio"

Due lockdown a distanza di pochi mesi, fatturati in calo fra il 15 e il 16%, incertezze sui mercati globali alle prese con la tempesta perfetta della pandemia, ma anche speranza di lasciare alle spalle il 2020, l’annus horribilis per l’economia italiana, quella manifatturiera in particolare, che ha nel legno-arredo e nel design una delle sue eccellenze. E l’attesa, con una nuova carica di ottimismo per il 2021, per l'arrivo del punto di svolta e di ripartenza con imprese e politica che dovranno fare la loro parte fra realismo e ottimismo. Ne parliamo con Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo da poco più di un mese, imprenditore alla guida di Arper, azienda di Treviso specializzata nel soft-contract, fondata dal padre Luigi nel 1989 e in forte crescita sui mercati internazionali.

“La crisi si fa ancora sentire, assieme all’incertezza. Ma se fino ad oggi si è pensato alla resilienza, a quello che dovevamo fare come aziende per resistere all’emergenza globale e uscirne con meno danni possibili, ora è il momento di pensare alla ripartenza, a quando ci sarà il punto di svolta e a cosa serve per essere pronti come filiera e come sistema Paese. FederlegnoArredo rappresenta realtà produttive che vanno dall’albero al prodotto finito, cioè 73mila imprese con più di 310mila occupati, un fatturato di quasi 42,5 miliardi di euro nel 2019 e, mi permetto di sottolineare, una reputazione internazionale altissima legata alla creatività, al saper far bene su cui si fonda il Made in Italy. Ma non possiamo farlo da soli, serve anche l’impegno del Governo e del Parlamento. Ci sono temi come il Recovery Fund, Next Generation a livello europeo e la Manovra che inizia proprio oggi l'iter in commissione Bilancio alla Camera, che si intrecciano con la capacità e la velocità con cui potremo ripartire”.

Che cosa avete chiesto per dare basi solide alla ripartenza?

“Abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti alla Manovra che mirano da un lato a sostenere il nostro settore per favorirne la ripartenza e dall’altro a mettere al centro la sostenibilità, nella consapevolezza che stiamo dialogando con un interlocutore che non ha risorse infinite. Innanzitutto, abbiamo la necessità di spingere ulteriormente la domanda interna e pertanto chiediamo il prolungamento e il rafforzamento del bonus mobili portando da 10 a 16mila euro il tetto di spesa e diminuendo da 10 a 5 anni il periodo di detraibilità. Poi in un’ottica di risparmio di una risorsa unica come l'acqua, chiediamo il via libera al bonus idrico studiato per incentivare l’installazione di rubinetterie e sistemi idrici certificati di ultima generazione a basso consumo. Ma abbiamo pensato anche al capitolo della bioedilizia, ovvero delle costruzioni in legno su cui persino l'Europa punta per la lotta ai cambiamenti climatici. Chiediamo il riconoscimento di un bonus da 50mila euro per le costruzioni green, realizzate con legno Clima, certificato, prodotto in Italia e proveniente da boschi controllati e gestiti".

Tra le aziende più colpite dal doppio lockdown ci sono gli allestitori che sono stati completamente dimenticati quasi fossero “fantasmi” ma sono una componente essenziale della filiera perché legati a fiere, congressi, eventi, spettacoli…

“È così, la situazione per loro è drammatica, sono fermi dall’inizio dell’emergenza, in certi casi hanno lavori commissionati e mai consegnati. A fine anno perderanno il 90% del fatturato. Non possono assolutamente essere lasciati soli e vanno salvaguardati perché quando ripartirà il mercato dobbiamo avere aziende specializzate in grado di allestire le fiere. E attenzione, per loro anche i primi sei mesi del 2021 saranno difficili: si faranno poche fiere, molte sono state annullate o spostate da giugno in avanti. Abbiamo infatti chiesto per loro l’esonero del pagamento di Imu e Tari: è assurdo pagare per immobili necessari a produrre che in realtà da mesi non possono essere utilizzati. Anche perché, sul fronte dei ristori in base ai Codici Ateco, purtroppo l'86 per cento delle nostre associate resta ancora escluso, mentre con il Ristori Quater sono state stanziate risorse per gli organizzatori di fiere. Il settore degli allestitori sta pagando e continuerà a pagare più di molti altri e va sostenuto al massimo. Legato al medesimo tema abbiamo chiesto sostegno per le Pmi, affinché abbiano aiuti per partecipare alle manifestazioni fieristiche che confidiamo avranno luogo nel prossimo anno, grazie a contributi fino a un massimo di 100mila euro per azienda".

Sostenere l’avvio della ripartenza perchè si consolidi velocemente nel 2022 significa anche sostenere l’occupazione, difendere il lavoro

“Abbiamo fatto la nostra parte rinnovando di recente il contratto nazionale di lavoro del legno, ma la politica deve sciogliere il nodo della cassa integrazione che scade a fine marzo e, a mio avviso, va prolungata. È uno snodo centrale per noi e per tutta la manifattura italiana. Per il legno-arredo, se non si interviene, c’è il rischio di frenare la ripresa: il nostro è un personale qualificato e specializzato e lasciare a casa una persona formata non significa ridurre un costo, ma privare l’azienda di un patrimonio di expertise e know how indispensabile per affrontare il rilancio: gran parte dei nostri dipendenti sono insostituibili per le caratteristiche della produzione".

Gran parte della filiera ha resistito, sia pur fra luci e ombre, alla crisi, cos’è successo?

“La capacità di resilienza ha dimostrato che il nostro tessuto produttivo è sano. Aiutato dal fatto che nel post lockdown il settore dell’arredamento casa ha avuto un rimbalzo rilevante e quasi inaspettato, tanto che molte aziende si sono ritrovate con ordini imprevisti a cui qualche volta hanno fatto fronte con difficoltà. In questo 2020 gli italiani hanno riscoperto il valore della casa come luogo dove vivere meglio, da ammodernare riadattando gli spazi alle mutate esigenze di lavoro e di studio, perché la casa è diventata un concentrato di attività e funzioni che prima si svolgevano in altri luoghi. Così fino a settembre c’è stato un incremento consistente degli ordini, ora dobbiamo capire come si muoverà il mercato nazionale nel post Covid. Al contrario, sempre nell'arredo è il settore del contract quello che ha sofferto di più perché la crisi ha colpito duramente alberghi e pubblici esercizi, grandi uffici pubblici e privati”.

Che cosa devono fare le aziende per essere pronte quando si riaccenderanno i motori della ripresa?

“La crisi ha imposto una riflessione seria sui modelli produttivi, su cosa è superato e cosa è invece indispensabile fare, migliorando spazi, organizzazione, qualità del lavoro delle persone e quindi produttività. Come FederlegnoArredo siamo impegnati a sostenere e facilitare questo percorso d’innovazione e la parola d’ordine è sostenibilità: modello vincente per chi imbocca prima questa strada e perdente nel lungo periodo per chi non lo fa, candidandosi a uscire dal mercato. Già nel 2018 come Assarredo abbiamo avviato un progetto in tal senso e dalla nostra analisi è emerso come fra aziende dello stesso settore e di pari dimensione, quelle impegnate sulla sostenibilità hanno avuto risultati migliori. È una leva per accrescere la competitività tenendo conto anche delle nuove sensibilità dei giovani di oggi che saranno i consumatori di domani e che grandi investitori hanno deciso di impegnare risorse solo in imprese sostenibili”.

Qual è il ruolo di FederlegnoArredo sul tema della sostenibilità?

"Avrà una parte attiva e propulsiva tenendo conto che la Commissione Europea ha lanciato e finanziato il grande piano Next Generation. Abbiamo analizzato i costi che un'azienda deve sostenere per ottenere e mantenere le certificazioni attualmente richieste e quelle in arrivo, indispensabili per stare sul mercato. Ovvero circa 500mila euro all’anno, ma una Pmi che fattura 1 milione di euro all’anno non può sostenere tali costi e senza certificazioni uscirà dal mercato. Il ruolo della Federazione è far capire che è un’occasione, che ci sono fondi stanziati per questo, fare in modo che vengano utilizzati, accompagnare le aziende ad accedervi. È una sfida cruciale anche per il sistema Paese. Stiamo allo stesso tempo presidiando i tavoli europei affinché non ci sia un proliferare eccessivo di certificazioni che ci porterebbe a morire di 'inquinamento certificatorio'. La mia idea è di fare tavoli di lavoro su temi specificii trasversali alla nostra filiera: la sostenibilità riguarda tutte le nostre 11 associazioni e dobbiamo mettere a fattor comune le azioni e le esperienze di ciascuno con l’obiettivo di essere il punto di riferimento europeo della filiera legno-arredo nel 2025. Avere al nostro interno un’eccellenza come il Consorzio Rilegno, grazie al quale siamo in grado ottenere pannelli fatti al 93% con legno riciclato, è un altro fondamentale pilastro in questo percorso".

Nel 2021 torna in Fiera Milano dal 5 al 10 settembre anche il Salone del Mobile edizione dei 60 anni. Quale significato avrà?

“Si riparte e devo dire che questa mancanza ha pesato, è stata il simbolo della gravità di questa crisi globale. Il Salone del Mobile è sempre stato una certezza inamovibile per i valori del design e dell'arredamento Made in Italy, di ciò che rappresenta a livello economico per le aziende espositrici, la filiera, Fiera Milano, la città di Milano e per l’Italia intera. È la vetrina inimitabile che tutti all’estero vorrebbero avere e di questo siamo e dobbiamo essere orgogliosi. Siamo andati in crisi di astinenza da Salone, il prossimo settembre saranno passati due anni e mezzo dall’ultima edizione, ma era giusto pensare alla salvaguardia della salute di tutti, era impensabile poterlo fare in aprile alla luce di quanto sta accadendo.
Confidiamo che settembre - il mese in cui debuttò il Salone 60 anni fa - sia l’occasione per dire: questo è il punto zero, la svolta post Covid a livello nazionale e internazionale. Un segnale fortissimo di ottimismo e di rilancio, un’iniezione di fiducia. Faremo di tutto perché sia così e anche il Governo ci dovrà dare una mano per fare in modo che l’edizione dei 60 anni sia quella della rinascita e tutti si stringano attorno a un Salone straordinario, con tutti i settori presenti in Fiera, il meglio del legno-arredo che esporta più del 50%, con la novità del Salone digitale che accompagnerà quello fisico.

È la più grande fiera di design e arredo del mondo, quella che tutti vorrebbero avere, e torna da protagonista come grande simbolo del Made in Italy”.

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