Economia

Diesel sopra 2 euro: si impennano ancora i prezzi dei carburanti

Salgono ancora le quotazioni dei carburanti, diesel in primis: ecco perché costa più di 2 euro e le differenze con la benzina

Diesel sopra 2 euro: si impennano ancora i prezzi dei carburanti

Anche se nelle ultime 24 ore sono diminuite le quotazioni internazionali, gli effetti dell'aumento dei prezzi dei carburanti sono forti e chiari e "figli" dei valori dei giorni scorsi. Nella giornata di mercoledì 12 ottobre, infatti, il diesel ha superato i 2 euro al litro in modalità servito, soglia che non si toccava ormai da diverse settimane.

Le nuove quotazioni

Come viene riportato da Quotidiano Energia, i gestori hanno comunicato che il prezzo medio nazionale per il diesel in modalità self-service si attesta a 1,872 euro al litro (1,840 la quotazione precedente) con le varie compagnie assestate tra 1,861 e 1,893 (i no logo 1,855). Come detto, le dolenti note riguardano la modalità servita che lievita a 2,004 euro al litro (1,978 il prezzo precedente) con una forbice che va da un minimo di 1,972 a un massimo di 2.071 euro. Invece, per quanto riguarda la benzina in modalità self si parte da una media di 1,701 euro al litro (prima costava 1,691) con una forbice compresa tra 1,685 e 1,715 euro al litro. Per quanto riguarda il servito, la benzina costa mediamente 1,844 euro al litro (prima era 1,836) con la forbice nazionale compresa tra 1,772 e 1,918 (i no logo hanno un prezzo di 1,741 euro al litro). Infine, i prezzi del Gpl sono compresi tra 0,788 a 0,806 euro al litro (no logo 0,782) mentre quelli medi del metano si collocano tra 2,784 e 3,392 (no logo 2,806).

Perché il diesel aumenta

Anche se rimane in vigore il taglio sulle accise (30 centesimi) che è stato prorogato fino alla fine del mese di ottobre, altri fattori incidono soprattutto sull'aumento del diesel ormai costantemente più alto della benzina. Un primo fattore è il suo impiego notevolmente maggiore rispetto alla benzina e per questo più costoso: dalle auto ai tir alle due ruote ai mezzi di trasporto, si utilizza molto anche nelle fabbriche. In un momento di crisi mondiale come quello che stiamo vivendo, c'è una maggore richiesta a fronte di un aumento dei costi delle materie prime che, come un effetto a cascata, si riflettono anche sul prezzo finale dei carburanti.

Poche settimane fa, il presidente Unem (Unione energie per la mobilità), Claudio Spinaci, ha spiegato al Messaggero che "non è un fenomeno nuovo ma caratteristico di questa parte dell'anno in cui la domanda di carburante per la mobilità rallenta, mentre quella per il riscaldamento e la produzione di energia elettrica sale".

È chiaro che la guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno acuito questa problematica assente fino al periodo precedente (basti pensare al periodo Covid).

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