Camilla Conti
I fondi si schierano nel duello in Valtellina. Dove c'è una banca con 182mila soci, la Popolare di Sondrio, che come l'ultimo dei mohicani resiste alla trasformazione in spa in attesa del verdetto di Consulta e Consiglio di Stato sulla legittimità della riforma delle popolari varata dal governo Renzi. Poi ce n'è un'altra, il Creval, che con l'addio al meccanismo «una testa, un voto» tipico delle Popolari è diventata la più pura tra le public company della Borsa italiana e che a febbraio lancerà un aumento di capitale da 700 milioni accompagnato da una maxipulizia dei crediti deteriorati per chiudere i conti con il passato.
Creval, Sondrio, così vicine eppure così lontane. Tanto che chi le vorrebbe vedere davanti all'altare per dire sì al consolidamento del credito invocato dalla Bce, per ora è rimasto sempre deluso. Ha tentato di trattare con i dirimpettai di Sondrio, che però hanno preferito puntare sulla Cassa di Cento («allo stato attuale non è considerato l'intervento in altre operazioni bancarie», è stato messo nero su bianco nella nota sui conti semestrali).
In questa sfida valtellinese il fondo Amber ha già deciso da che parte stare. E il 22 novembre, quando il comparto bancario era sceso in Piazza Affari a causa degli scontri regolamentari fra Bce e Parlamento Europeo, ha superato la soglia del 5% nel capitale della Pop Sondrio attraverso la controllata Amber Capital Uk portando la partecipazione complessiva vicina al 6%, tenendo conto anche delle azioni gestite direttamente dall'Italia. L'istituto presenta conti inossidabili, nei primi nove mesi del 2017 ha aumentato del 6,74% l'utile a 112,3 milioni, migliorato la qualità del credito e ridotto gli accantonamenti.
Nell'ultimo anno il prezzo del titolo della Pop Sondrio è salito di quasi il 12% (anche ieri ha segnato un +1,29% a 3,29 euro) grazie anche all'appeal speculativo garantito dalla inevitabile trasformazione in società per azioni che attende la banca ma il mercato continua ad applicare uno sconto governance per il mantenimento del voto capitario. Non è un caso se un segugio della Borsa come Warren Buffett ha scommesso sulla Cattolica, comprando il 9% della compagnia veronese dalla vecchia Popolare di Vicenza per poco meno di 116 milioni: oltre a essere l'unica assicurazione quotata a Milano in cui viga il voto capitario, è anche una delle poche cooperative rimaste sul listino insieme alla Sondrio. Con una differenza: che Cattolica non deve diventare spa per legge mentre la Sondrio sì. Ecco perchè il fondo americano Amber, da più di un anno primo socio della popolare valtellinese, scalpita da mesi per quella che il mercato ritiene essere una anomalia.
Gli occhi sono puntati sulla decisione che prenderanno, forse già nei primi mesi del 2018, la Consulta e il Consiglio di Stato dove il fondo ha già depositato due atti di intervento in opposizione a quelli dei soci storici fiancheggiati dai consumatori che a dicembre 2016 fecero congelare la trasformazione in spa la cui alternativa potrebbe essere
l'ipotesi di una holding cooperativa in cui mantenere «una testa, un voto». Amber non ha rappresentanti nel board della Popolare, nè ha diritto di voto, ma ha investito quasi cento milioni sulla Sondrio. E vuole farli fruttare.
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