Gli emiri potrebbero rilevare il 15-20% dalla Fondazione

Gli emiri potrebbero rilevare il 15-20% dalla Fondazione

Mentre gli emiri del Qatar si affacciano tra gli investitori interessati al futuro del Monte Paschi, l'ad Fabrizio Viola sprona la Fondazione Mps ad affrettarsi a trovare un compratore per il proprio 33,5%. «Auspico che la definizione degli assetti azionari si attui realmente al più presto e che alle parole, e in questo periodo ne sono state spese davvero tante, seguano finalmente e a breve fatti concreti», ha scandito il banchiere.
Viola sa bene che, dopo lo stop alla ricapitalizzazione imposto in assemblea dalla Fondazione, non c'è altro tempo da perdere. Troppo elevato infatti il rischio che le operazioni di Banco Popolare (1,5 miliardi), Bipiemme (500 milioni) e Carige (fino a 800) finiscano per togliere al mercato ogni residuo interesse per la «carta» di Mps. La sola Siena deve trovare 3 miliardi per rimborsare i Monti bond ed evitare di finire nelle mani dello Stato.
In sostanza il presidente Antonella Mansi dovrebbe vendere subito la quota della Fondazione a un nuovo socio forte, anche perché per i vertici di Mps e le banche del consorzio di garanzia sarebbe un grande sollievo sapere che almeno una parte della ricapitalizzazione è di fatto «sistemata».
Gli emiri di Abu Dhabi sono da tempo sul dossier, insieme ad alcuni capitali russi, ma anche il Qatar avrebbe stretto su Siena, con l'idea di diventarne il nuovo socio di riferimento. Il Paese, attraverso il fondo Qia, punterebbe infatti a rilevare dalla Fondazione il 15-20% della banca: la trattativa partirebbe da una base di 20-21 centesimi per azione, contro i 24 cent che sarebbero invece stati prima chiesti alla cordata di Fondazioni guidata dalla Cariplo di Giuseppe Guzzetti. Tale progetto è comunque ormai tramontato. Gli emiri, ha scritto ieri il Messaggero, si porterebbero poi al 25%, ritirando a fermo parte dell'inoptato. Da parte sua, la Fondazione Mps incasserebbe invece il denaro necessario per fare fronte ai 340 milioni di debiti che oggi la immobilizzano.
Il Qatar, che ha già scommesso sul made in Italy nella joint venture con il Fondo strategico, starebbe comunque analizzando anche alcune alternative, come Unicredit o, appunto Carige e Banco Popolare. Il calendario è completo: l'aumento della cassa ligure - ha precisato il presidente Cesare Castelbarco Albani al Forex - dovrebbe essere il 25 marzo all'attenzione del cda chiamato ad approvare il bilancio.

Resta fissata entro aprile, dopo più di un rinvio, anche la ricapitalizzazione di Bpm: «Abbiamo la scadenza del consorzio di garanzia al 30 aprile - ha detto il neo amministratore delegato Giuseppe Castagna - e non intendiamo prorogarlo».

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