C'è non poca preoccupazione nella filiera dell'auto per come la politica, nelle sue componenti, affronta il tema della mobilità. È vero che, guardando i colossi dell'energia italiani, Eni ed Enel, appaiono chiari i due schieramenti: Eni, forte anche dell'alleato Fca, punterà sempre di più sui carburanti green innovativi (oltre a metano e metanolo, formulazioni di diesel con olio vegetale, benzine addizionate con maggiori contenuti di alcoli anche da fonti rinnovabili e/o rifiuti, nuovi additivi); Enel, invece, sta già investendo in un maxi-piano fino a 300 milioni che doterà il Paese, entro il 2024, di un massimo di 14 mila colonnine di ricarica per veicoli elettrici. A cui si aggiungeranno 300mila box di ricarica privati. Visioni strategiche e di business a parte, sia Eni sia Enel hanno per denominatore comune l'abbattimento delle emissioni di CO2 e di quelle inquinanti.
Nella politica, invece, c'è chi ha preso la palla al balzo per sposare tout court l'auto elettrica e farne il proprio cavallo di battaglia. Tra gli ultimi esempi, c'è quello del candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, che sogna 1 milione di auto elettriche in 5 anni grazie a incentivi simili a quelli erogati negli Usa. Sarebbe un balzo epocale visto che sono meno di 4.000 le vetture elettriche che circolano ora in Italia. È più verosimile lo scenario ipotizzato da Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, che guarda al '40 come l'anno della svolta elettrica, a cui bisogna ovviamente prepararsi per tempo.
E proprio la visione di Di Maio e di altri che sparano numeri a caso spaventa la filiera e, in particolare chi produce in Italia. Legare i sostegni all'acquisto di veicoli solo all'elettrico, e continuando a criminalizzare i carburanti tradizionali (i diesel Euro 6 sono riconosciuti dall'Ue come virtuosi), potrebbe a lungo andare incidere pesantemente sugli aspetti industriali e non aiutare, invece, a velocizzare il rinnovo di un parco auto che, su 36,4 milioni di unità, ne include quasi 12 milioni da rottamare.
A questo punto appare più equa la decisione del governo che, sposando la posizione assunta dalla Acea (Associazione europea dei costruttori), a sua volta in sintonia con il Cop21, concede al settore la libertà di azione nella guerra alle emissioni. È la cosiddetta «neutralità tecnologica» di cui ha parlato l'ad di Fca, Sergio Marchionne, in occasione della firma degli accordi con l'ad di Eni, Claudio Descalzi. «È l'approccio tecnologico e non ideologico da tenere in considerazione: scegliere a priori vincitori e vinti nella gara delle tecnologie pulite è molto pericoloso».
Le riflessioni di Marchionne, davanti a big come Volkswagen, che ha annunciato 34 miliardi da investire nella mobilità elettrica e connessa anche per scrollarsi di dosso la brutta storia del dieselgate, vengono interpretate da molti come un modo per giustificare il ritardo (e la press di distanza) sull'elettrico da parte del gruppo. L'ad del Lingotto scoprirà le carte, in proposito, nei primi mesi del 2018, mentre per ora si limita a precisare «che stiamo lavorando su tutte le forme di auto elettrica». La sua posizione pro neutralità tecnologica è comunque condivisa, all'interno della filiera, dagli altri gruppi: ognuno percorre la propria strada (elettrico, ibrido, entrambe le tecnologie, gas e anche idrogeno) nell'interesse di ridurre le emissioni. Intanto - i costruttori, ma anche le società energetiche e le compagnie petrolifere - si lavora al futuro, a quel 2040 che non è poi così lontano. Ip, per esempio, ha pure stretto un accordo con Enel e Snam allo scopo di potenziare la distribuzione di gas (il piano prevede fino a 100 nuovi punti) e accogliere colonnine di ricariche.
Un assist a chi guarda con perplessità alle auto elettriche è arrivato da Altroconsumo: nei test effettuati su tre modelli di auto in vendita, i valori di autonomia
sono risultati inferiori rispetto a quelli dichiarati. Resta il fatto che guidare una vettura elettrica impone, da parte di chi sta al volante, vari accorgimenti per evitare dispendi di energia. E non ci si abitua subito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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