Economia

"Errori" Inps sulle pensioni: arrivano le lettere da capogiro

Diversi pensionati devono fare i conti con lettere da parte dell'Istituto con richieste di pagamenti: ecco che cosa fare

"Errori" Inps sulle pensioni: arrivano le lettere da capogiro

Fare i conti con l’Inps non è sempre facile. Soprattuto se l’errore è dalla parte dell’Istituto. Negli ultimi mesi infatti i calcoli sugli importi degli assegni previdenziali hanno subito qualche sbavatura. Basti pensare agli importi errati di circa 100mila assegni erogati a gennaio con una decurtazione della cifra totale del rateo. Ma a volte l’errore può arrivare anche in eccesso. Ed è in questo caso che le cose si complicano di più. Infatti può succedere che l’Istituto per un errore di calcolo versi di più di quanto dovuto ad un singolo pensionato. Si tratta di somme a volte impercettibili, altre volte consistenti che fanno di fatto “alterano” il cedolino. Ma quando accade, dopo qualche mese e anche dopo qualche anno, arriva una lettera da parte dell’Istituto di previdenza sociale che chiede indietro la somma (per intero) versata per errore. E si tratta a volte di importi non da poco, si va a volte da un minimo di 2000-3000 euro, fino a casi record che superano i 10mila euro.

Somme queste che spesso mandano in confusione il pensionato che si ritrova con un debito a sua insaputa con l’Istituto per un errore, ribadiamo dell’Inps. E così in piena emergenza Covid c’è chi si rivolge a studi legali e a professionisti per impugnare lettere che chiedono rientri maxi per le pensioni incassate. Come racconta l’avvocato Celeste Collovati (tuttopensioni@gmail.com al Giornale.it, diversi pensionati stanno facendo i conti con problemi del genere: “Èquel che è successo ad un signore che si è rivolto ad un avvocato previdenziale, poiché, da un giorno all’altro, si è visto arrivare una comunicazione in cui l’Inps gli chiedeva la restituzione di ben Euro 14.000,00 con la motivazione di aver scoperto una variazione del reddito da pensione negli ultimi tre anni, variazione che però era stata diligentemente comunicata anche all’ente previdenziale”. C’è poi un altro caso di una signora di 90 anni, pensionata da più di 20 anni, che di fatto ha ricevuto una richiesta di versamento da parte dell’Inps di 2200 euro. “L’istituto contestativa un aumento di reddito negli ultimi sette anni, cosa del tutto impossibile”, spiega sempre l’avvocato Collovati. Ma come funziona la procedura in questi casi. A spiegarla è stata la Cassazione con una sentenza del gennaio 2017: “L’ente erogatore, l’Inps, può rettificare in ogni momento le pensioni per via di errori di qualsiasi natura, ma non può recuperare le somme già corrisposte, a meno che l’indebita prestazione sia dipesa dal dolo dell’interessato”, ci spiega il legale.

E quando si può parlare di dolo? Il pensionato, qualora il reddito abbia subito una variazione nel suo importo, ha l’onere di comunicare tale variazionecon comunicazione scritta sia all’Inps sia all’Agenzia delle Entrate. Se omette tale comunicazione, l’Ente previdenziale, una volta accortosi dell’aumento del reddito, è legittimato a richiedere la restituzione di importi di pensione già corrisposti entro l’anno precedente alla richiesta. Di fatto, come sottolinea l’avvocato “non possono essere chieste somme per errori di erogazione che riguardino gli anni passati”. Ed è qui che accade a volte il “pasticcio”. Accade però non di rado che l’Inps mandi comunicazioni di tale tenore sebbene abbia ricevuto la comunicazione di variazione di reddito da parte del pensionato. E spesso capita che l’Inps richieda indietro importi relativi a redditi non recenti che non si riferiscono all’anno precedente a quello della data in cui l’Inps ha scoperto l’aumento di reddito. Insomma un errore di calcolo sulla pensione può generare un debito pregresso non da poco.

Con le relative difficoltà di chi, anziano, deve fare i conti con queste lettere che chiedono restituzioni da capogiro. E in poco tempo…

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