Economia

Ex Ilva, ArcelorMittal ​deposita l'atto di recesso

Una settimana fa il gruppo franco-indiano aveva notificato la richiesta di recesso ai commissari dell'ex Ilva. Ora il tribunale assegnerà il procedimento a una delle sezioni che si occupa delle imprese

Ex Ilva, ArcelorMittal ​deposita l'atto di recesso

In mattinata è stata depositata in tribunale a Milano l'atto con cui ArcelorMittal chiede di poter recedere dal contratto di affitto e acquisto dell'ex Ilva.

Una settimana fa, i manager del gruppo franco-indiano avevano notificato ai commissari dell'ex Ilva il ricorso, nel quale chiedevano "in via principale, di accertare e dichiarare l'efficacia del diritto di recesso dal contratto di affitto con obbligo di acquisto di rami d'azienda" dell'ex Ilva. Tra questi, anche lo stabilimento di Taranto, "sottoscritto inter partes il 28 giugno 2017". Ora, l'atto è arrivato sul tavolo del presidente del tribunale. Con il deposito della richiesta di recesso, la causa è stata "iscritta a ruolo" e ora verrà assegnata a una delle sezioni.

L'azienda si era impegnata ad investire 1,1 miliardi di euro per l'ambiente e 1,2 miliardi per la parte industriale e a pagare l'ex Ilva 1,8 milioni di euro, una volta terminato il contratto d'affitto. Uno dei motivi della recessione dal contratto, secondo quanto avevano dichiarato i vertici di ArcelorMittal, era l'eliminazione della "protezione legale necessaria alla Società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale". E proprio attorno allo scudo penale si era concentrato il dibattito, nell'ultima settimana.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva però affermato di avere subito offerto al gruppo franco-indiano la protezione giudiziaria: "Mi ha risposto che se ne sarebbe andata comunque, perchè il problema è industriale, non giudiziario. Quindi chi vuole reintrodurre lo scudo per levare un alibi a Mittal trascura il fatto che Mittal non lo usa, quell'alibi".

Il motivo principale del passo indietro sembrano essere le perdite: l'ex Ilva perde 2 milioni di euro al giorno (60 milioni al mese), mentre quando era gestita dai commissari ne perdeva 30-40 al mese. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l'aumento delle perdite è causato dal costo delle materie prime, i minerali, che oggi costano di più. Inoltre, ad aggravare la situazione, sono intervenuti anche i dazi. Ad oggi, ArcelorMittal perderebbe meno, lasciando a casa i lavoratori.

Intanto, è in stesura anche il ricorso cautelare urgente, che dovrebbe essere depositato domani (secondo quanto apprende Agi), con cui l'amministrazione straordinaria dell'ex Ilva si oppone al recesso dal contratto di affitto, che prevede lo stop di alcuni impianti e la restituzione del personale assunto, oltre 10mila dipendenti.

È probabile che i due procedimenti saranno assegnati allo stesso giudice.

Poi, la prima udienza sarà fissata nel giro di qualche settimana.

Commenti