Economia

Fantoni: "Tutte le sfide dell'industria del pannello"

Nei primi 6 mesi del 2022 volumi e fatturati aumentati del 20% ma il caro energia, la mancanza di materia prima, l'inflazione e le distorsioni del mercato europeo allarmano le imprese in crisi per i costi di produzione pesantissimi. L'analisi e le proposte del presidente di Assopannelli

Fantoni: "Tutte le sfide dell'industria del pannello"

“L’industria dei pannelli del legno-arredo esce da 24 mesi di grande crescita perché il settore ha beneficiato di un cambiamento di approccio e di consumi da parte delle famiglie in Italia e nel resto d’Europa. Ripresa rafforzata dai provvedimenti governativi come il bonus 110, quello per i mobili che per fortuna almeno parzialmente produranno i loro effetti lungo tutto il 2023. Una situazione felice che ha portato i volumi della produzione e i fatturati ad aumentare nei primi 6 mesi del 2022 attorno al 20%. Ma adesso la situazione è cambiata perché questi fatturati rappresentano nominalmente un risultato estremamente positivo ma nascondono quello che è successo e sta succedendo”.
Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli, analizza stato dell’arte, prospettive e iniziative dell’associazione di FederlegnoArredo che ha da poco tenuto l’assemblea nazionale e non nasconde la preoccupazione delle imprese per la paurosa impennata dei costi di gas ed energia elettrica e dell’inflazione che ha già portato quest’anno a un aumento del 18% dei listini applicati dall’industria del mobile.

Crisi iniziata a metà 2021 con aumenti importanti di gas ed energia elettrica che nel 2022 hanno iniziato a impattare in modo straordinario sui conti economici a partire da marzo con la guerra fra Russia e Ucraina “che avevano portato molte aziende a riflette sulla mancanza di marginalità dell’attività produttiva nonostante avessero applicato durante i 18 mesi precedenti 7 aumenti dei prezzi dei pannelli truciolari ed mdf (pannelli di fibre finissime di legno legate da collanti innovativi, ndr) che sono più che raddoppiati rispetto a due anni”, spiega Fantoni.

Macchinari per pannelli

“Siamo aziende energivore e se un tempo questa componente incideva per il 14% sui costi, ora gli aumenti fino a 10 volte portano il gas a pesare più del 50% sulla produzione di un pannello. A questo si aggiunge l’impennata del costo della componente chimica, l’urea, materia prima per il collante che incide per circa il 30% sul prodotto finito: è un derivato del gas e anch’essa ha costi spaventosi - sottolinea - tant’è che il 70% della produzione in Europa è bloccata perché nel conto economico dei grandi produttori l’incidenza del gas è di circa l’80% sul costo di produzione. Così il conto economico non sta in piedi e l’interesse del produttore è chiudere”.

Fame di energia che coinvolge tutta la filiera a cui si aggiunge quella della materia prima, aggiunge ancora Paolo Fantoni, perché “l’utilizzo del legno per combustione sta crescendo e sul mercato non si trovano pallets e legna da ardere. Non solo, il costo della segatura è quintuplicato nell’arco di 24 mesi, quello del legno cippato (triturato da scarti, ndr) è sestuplicato in 24 mesi. Ben venga quindi l'ntervento del Parlamento europeo sulla direttiva Red III sulle energie rinnovabili per porre dei limiti con lo stop ai contributi alle centrali a biomasse che utilizzano i tronchi per produrre solo energia elettrica, disperdendo nell’ambiente tutto il valore calorico della combustione, e la volontà di redigere un protocollo per definire che cosa si intende per uso a cascata del legno e come può essere applicato valorizzando prima la produzione di manufatti a maggior valore e poi quella termica.

È in queso scenario scenario del mercato nazionale ed europeo che si inseriscono le iniziative di Assopannelli che chiede soluzioni rapide al nuovo governo e guarda al futuro delle imprese, eccellenze del made in Italy, e alla loro competitività. A partire dal tema chiave della formazione professionale 4.0 con la nascita del Polo del Triveneto e con l’avvio, proprio oggi, al Politecnico di Milano un corso finanziato anche dalle aziende del settore per la formazione post universitaria di tecnici delle superfici a cui verrà offerto un corso con dei passaggi anche nelle principali aziende per capire le tecniche di arricchimento del valore sulle superfici, analisi dell’empatia che possono creare o meno sul consumatore.

“Proprio perché guardiamo al futuro è fondamentale che nuovo governo sostenga la formazione 4.0 perché la concorrenza internazionale, la necessità di assicurare alla filiera vantaggi competitivi e produttività dei nostri investimenti richiede tecnologie, impianti e operatori più evoluti, capaci di gestirli”. E questo “deve essere incentivato attraverso la collaborazione pubblico-privato e la condivisione dei contenuti con le imprese. Richiesta assolutamente necessaria se vogliano continuare a parlare di competitività del sistema Italia che riguarda il tema più ampio di compromissione del libero mercato interno europeo perché paesi come Spagna e Portogallo hanno costi dell’energia pari a un quarto di quelli dell’Italia con un’asimmetria che può portare ad andare produrre in quesi paesi perché conviene. Questo non va bene”.

Pioppeto

Ancora irrisolto è anche il tema fondamentale dell’utilizzo della risorsa boschiva nazionale che deve essere coordinata e gestita. “Gli enti locali si devono fare carico di una soluzione a livello locale. Noi cerchiamo di essere attori di questo processo, come abbiano fatto alcuni anni fa per la produzione pioppicola che aveva portato a un accordo fra le regioni del Nord, e siamo impegnati per la ripresa dell’attività silvicola attraverso la pianificazione territoriale e la realizzazione di piste forestali che spesso sono osteggiate anche dalle sovrintendenze. È anacronisticoche ci siano aree non raggiungibili proprio per la mancanza delle piste forestali a differenza di quello che avviene in Austria. Rivolgiamo un appello forte alle Regioni perché si facciano garanti della gestione del bosco che oggi non c’è, come invece avviene in Trentino-Alto Adige.

Iniziative in linea con quelle di FederlegnoArredo e del presidente Claudio Feltrin per una filiera sempre più sostenibile. “Sta determinando buone pratiche e abbraccia un decalogo di iniziative - conclude Paolo Fantoni -: dalla diffusione della certificazione e della tracciabilità delle aziende per garantire la legalità del legno, il suo recupero come rifiuto e il riuso dopo la demolizione su cui stiamo collaborando con Rilegno.

A questo si aggiungono le prime progettazioni dell’ industria del mobile-arredo per poter facilitarne il riutilizzo prima che vengano portati in discarica, la Borsa telematica del legno e la responsabilità sociale di tutte le attività di Assopannelli per favorire la ripiantumazione dei boschi e degli alberi nelle città”.

Commenti