Fca, per il dopo-Marchionne l'ipotesi di un team di manager

Si scalda la partita per la successione del 2019. John Elkann pensa a distribuire i poteri dell'ad tra più dirigenti

Fca, per il dopo-Marchionne l'ipotesi di un team di manager

Torna a scaldarsi il clima attorno a Fca e si riparla del «dopo Marchionne» (dal 2019). La tempistica non è casuale visti gli eventi pubblici che, da oggi a sabato, attendono i vertici del gruppo (per tutta la giornata, a Torino, le celebrazioni per i 50 anni della Fondazione Agnelli, con John Elkann a fare gli onori di casa) e nel fine settimana, a Venezia, l'appuntamento annuale con il Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti. E qui ci sarà l'ad Sergio Marchionne. Non passano inosservate, però, alcune coincidenze singolari. L'ospite odierno di Elkann è Michael Bloomberg, ex sindaco di New York e proprietario dell'agenzia di stampa omonima, i cui rapporti con il collega editore de L'Economist, appunto Elkann, sono ottimi.

E proprio Bloomberg (l'agenzia) ieri, all'anti-vigilia dell'evento, ha diffuso in rete una nota che rischia di creare non poco scompiglio al Lingotto. Si legge, infatti, che la ricerca del successore di Marchionne, sinora confinata tra le prime linee del management (Alfredo Altavilla, coo del gruppo per i mercati Emea, e il cfo Richard Palmer, i nomi ricorrenti e fatti dall'agenzia, ma pure Mike Manley, numero uno di Jeep), sarebbe stata allargata anche a dirigenti del Lingotto appartenenti alla seconda fascia. Per il futuro, in attesa che Fca trovi il socio forte, il presidente Elkann starebbe infatti pensando a maggiori deleghe tra i manager rispetto a ora, con tutti i poteri strategici nelle mani di una persona sola, Marchionne.

E sempre l'agenzia Bloomberg, negli ultimi tempi, ha diffuso con puntualità e non pochi dettagli, i problemi che Fca sta attraversando negli Usa a causa delle inchieste sul «Dieselgate». L'indiscrezione sul «dopo Machionne», secondo Bloomberg, arriverebbe dall'interno dell'azienda. E oggi mister Bloomberg in persona, noto anche come filantropo, parlerà a Torino alla presenza, oltre che dei rappresentanti della famiglia Agnelli, del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Fca non ha commentato il lancio dell'agenzia di stampa americana. C'è comunque chi vede, nell'ipotetico cambio di strategia, una sorta di periodo transitorio in vista delle attese nuove nozze dove sarebbe il possibile nuovo azionista (Volkswagen? un gruppo cinese?) a riorganizzare l'azienda.

In Piazza Affari, intanto, ieri le azioni Fca sono scese del 3%, quotando a 9,68 euro. Il mercato non ha preso bene le notizie rimbalzate dagli Usa secondo cui alcune auto con motore diesel, prodotte da Fca negli Stati Uniti, mostrano «significative discrepanze» nei test sulle emissioni effettuati in laboratorio rispetto a quelli su strada. È quanto scrivono i ricercatori della West Virginia University in un rapporto di 74 pagine citato dal Wall Street Journal.

Da parte sua, Fiat Chrysler Automobiles replica che i test su strada, senza un accordo sugli standard da usare, possono portare a soluzioni problematiche, e spiega di aver tentato inutilmente di discutere con i ricercatori della West Virginia University i risultati dello studio.

Resta da vedere come il Consiglio per le

relazioni Italia-Usa affronterà, venerdì e sabato a Venezia, la nuova politica della Casa Bianca sul settore automobilistico, le minacce di dazi ai danni dei costruttori europei nonché lo spinoso tema ambiente/emissioni.

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