È bastato il ponte di Pasqua per far dimenticare il «primo trimestre debole» e il cambio di strategia sulle alleanze («nessun big deal») paventati venerdì scorso, all'assemblea degli azionisti, dall'ad di Fca, Sergio Marchionne. Il 26 aprile, infatti, si conosceranno i dati con cui il gruppo ha aperto il 2017. E visto che venerdì scorso la Borsa era chiusa, a indirizzare le sale operative ieri sono stati i risultati più che positivi conseguiti in marzo da Fca in Europa: +18,2% rispetto a una crescita complessiva delle immatricolazioni pari al 10,9%. Sale anche la quota di penetrazione del Lingotto, ora al 6,8% (+0,5%). Anche il riscontro trimestrale europeo premia Fca (+14,6% le vendite rispetto al +8,2% del mercato, e quota al 7,1%).
Ecco allora la Borsa ridare fiato alle azioni Fca, dopo la chiusura negativa della settimana passata, sperando anche in qualche coniglio che Marchionne potrebbe estrarre dal cilindro. È capitato spesso. Ieri il titolo ha così chiuso a 9,41 euro, con un balzo del 4,38%. Bene pure la holding Exor (+1,31% a 47,91%) e Ferrari (+1,67% a 67,05 euro), anche sull'onda dei ritrovati successi sulle piste di Formula 1.
Fca, in questo inizio d'anno, conferma le due velocità: in frenata negli Usa (-6,4% da gennaio), mercato dal quale trae i maggiori profitti, e in accelerazione in Europa. Anche i giudizi di analisti e banche d'affari sono divergenti. C'è Exane Bnp Paribas, per esempio, che guarda con preoccupazione la situazione sia di Fca sia degli Usa nel loro complesso, e chi, come Steven Szakaly, capo economista di Nada, l'associazione americana dei concessionari, afferma che «l'aumento dei tassi sui finanziamenti non dovrebbe smuovere le vendite da poco più di 17 milioni di unità alla fine dell'anno». Altre stime, raccolte in questi giorni da Automotive News, pongono il mercato Usa del 2017 tra 16,8, 17,3 e addirittura 17,6 milioni.
L'italiana Banca Akros ha intanto diffuso le sue previsioni per il primo trimestre di Fca. Il prezzo obiettivo è fissato in 12,70 euro. In aumento sono visti i ricavi, l'ebit e il risultato netto, ma pure l'indebitamento - da 4,6 a 6,4 miliardi - a causa della stagionalità a cui si aggiunge l'impatto negativo del mercato Usa. Il tema del debito sarà sicuramente al centro della conference call del 26 aprile, visto che Marchionne ha confermato gli obiettivi di azzeramento per la fine del piano industriale (2018).
Tornando all'Europa, mercato che vede Fca in grande spolvero, in marzo l'Italia è il Paese che segna il miglior risultato (+18,2%, grazie soprattutto alle vendite ai noleggi e ai cosiddetti «km 0»), seguito da Spagna (+12,6%) e Germania (+11,4%). Secondo l'Anfia, che rappresenta la filiera italiana automotive, si dovrebbe assistere a un rallentamento nei mercati maturi, mentre Europa dell'Est e Centrale rimarrebbero su numeri sostenuti.
Tra i costruttori, nel trimestre (Eu 28) Fca occupa il quinto posto con 298.
605 vetture vendute, dietro al Gruppo Volkswagen, leader incontrastato (935.054), Psa Group (414.316), Renault Group (399.275) e Ford (308.452). In casa Lingotto riflettori puntati soprattutto su Alfa Romeo, in pieno rilancio con Giulia e Stelvio. Per il Biscione +45,7% in marzo.
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