La Ferrari è prossima a una svolta storica. Dal 2019 la gamma di Maranello offrirà anche supercar dotate di motore ibrido (l'unità elettrica potrebbe essere abbinata a un propulsore V6, altra novità), mentre si fa strada la produzione della «Rossa» che non c'era. La denominazione circolata ieri e riportata dall'agenzia Bloomberg è Utility vehicle, un'automobile a quattro posti (e, a questo punto, magari anche con quattro porte), come principale progetto di un più ampio piano per riuscire a raddoppiare gli utili entro il 2022. Non un Suv, dunque, sul tipo del Porsche Cayenne, o un Super Suv, per far concorrenza all'Urus di Lamborghini, la cui produzione dei modelli pre-serie è cominciata nella nuova fabbrica di Sant'Agata Bolognese.
A Maranello si starebbe pensando a un'evoluzione ancora più comoda dell'attuale Gtc4Lusso, che offre già quattro posti. «Bisogna allargare la copertura della gamma», con un occhio anche al comfort di accesso, aveva anticipato il presidente Sergio Marchionne al Salone di Ginevra.
Il piano di 5 anni con al volante Marchionne, che ha in programma di lasciare l'incarico nel 2021, ha come obiettivo quello di aumentare le consegne oltre il limite auto-imposto di 10mila vetture l'anno. Importante per il Cavallino è venire incontro alle nuove esigenze dei clienti e seguire gli orientamenti del mercato, anche nella fascia «lusso», sull'efficienza energetica. L'aspetto green, e quindi delle motorizzazioni ibride, nell'ottica della Ferrari è comunque visto come un'opportunità a vantaggio di un'ulteriore esaltazione delle prestazioni. Oggi se ne saprà di più durante la conferenze call del presidente Marchionne con gli analisti per commentare i risultati del secondo trimestre e del primo semestre dell'anno. Le attese sul trimestre sono positive sia per i ricavi (912 milioni, +12,5%) sia alle voci Ebitda adjusted (264,5 milioni, +21,9%) e utile netto (139,9 milioni, +79,4%). Gli analisti da parte loro, hanno già cominciato a ipotizzare i nuovi futuri volumi di vendita del marchio. C'è chi azzarda 15.000 unità dalle 9.000 previste nel 2019, dato che toglierebbe a Maranello il marchio di piccolo costruttore, il che inciderebbe in modo non preoccupante su alcune norme relative a consumi ed emissioni.
In attesa di chiarimenti da parte di Marchionne, in Borsa le azioni Race continuano a volare: ieri erano quotate a 92,80 euro grazie al +4,15% sull'onda dei nuovi piani. E la stessa «piccola» Ferrari, con 17,278 miliardi, a Milano supera abbondantemente per capitalizzazione la più grande Fca (15,745 miliardi), il cui titolo ha chiuso a 10,22 euro (+0,03%).
A luglio, intanto, le immatricolazioni di auto in Italia sono salite del 5,93% (+8,62% il dato da gennaio). Federauto splitta però il dato e rileva che, considerando solo il canale privati e al netto di sconti e vendite a società e noleggi, il risultato sarebbe negativo (-1,9%). Il Centro studi Promotor mette sempre in conto «la chiusura del 2017 con circa 2 milioni di veicoli venduti». In Italia, Fca ha segnato un +3,25% (+8,95% nei sette mesi).
Ancora difficoltà invece negli Usa, mercato visto in graduale frenata dal 2018. Per Fca -10% in luglio.
La Jeep Grand Cherokee, dal canto suo, è tornata a segnare il miglior livello di vendite dal 2005 (+14%). Sempre negli Usa, le consegne di Fiat 500 e Fiat 500X sono aumentate in luglio, rispetto a giugno, e quelle di Alfa Romeo sono cresciute, anno su anno, a 1.225 unità in luglio.
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