Al presidente e ad della Ferrari, Sergio Marchionne, ora manca solo il suo primo titolo iridato in Formula 1. Il resto lo si legge nei numeri del Cavallino rampante che archivia un terzo trimestre da record (l'ebitda adjusted veleggia verso il miliardo), con dati superiori alle attese del mercato, il rialzo degli obiettivi e le azioni - per la felicità, soprattutto, dell'azionista di controllo Exor (John Elkann e la famiglia Agnelli) e del vicepresidente Piero Ferrari - ormai sopra quota 100 euro, anche se ieri il titolo ha subito il contraccolpo delle inevitabili prese di profitto: -2,9% a 100,80 euro, la chiusura a Milano, dopo un'impennata che aveva portato Race a quota 105,30 euro.
Tra luglio e settembre sono state consegnate 2.046 supercar di Maranello (+3,4%) con un aumento del 6,7% (9,3% a cambi costanti) dei ricavi netti: 836 milioni. L'ebitda adjusted è stato pari a 266 milioni, con un margine del 31,8% (30,4% al netto delle coperture valutarie), e l'ebit adjusted a 202 milioni. In crescita del 24% l'utile netto (141 milioni) e in calo a 485 milioni, invece, il debito industriale netto.
Per l'esercizio 2017, nel suo complesso, sono previste 8.400 consegne, ricavi netti a circa 3,4 miliardi (la precedente guidance indicava 3,3 miliardi), 1 miliardo di adjusted ebitda (da 950 milioni) e la prospettiva di restare sotto i 500 milioni come indebitamento netto, a fronte dell'iniziale visione di circa 500 milioni. Nel mercato, intanto, c'è chi puntava a stime sul 2017 ancora più ambiziose, come l'ebitda oltre il miliardo di euro. «I dati inseriti nella guidance per l'intero anno rappresentano il minimo che raggiungeremo - ha spiegato Marchionne agli analisti -: ritengo queste stime conservative, raggiungibili o realizzabili».
La discussione si è quindi spostata sui programmi della società che saranno illustrati nei primi mesi del 2018 al «Ferrari Investor Day». Il presidente ha comunque anticipato che il Cavallino rampante lancerà il prossimo anno «altri prodotti che avranno un impatto economico sui risultati». Confermato anche l'impegno nell'ibrido sia «per ridurre le emissioni sia per incrementare la potenza delle vetture». Punto fermo, nel rispetto dell'esclusività e del valore del marchio, è che «mai faremo gli stessi volumi della Porsche (più di 237.000 auto nel 2016, ndr)», ha sottolineato Marchionne. Sull'annunciato «Fuv» (Ferrari utility vehicle) nessun dettaglio rispetto alle scarne notizie sinora trapelate, a parte la precisazione che «l'accoglienza del progetto da parte dei clienti è stata abbastanza buona». Nessun problema, invece, per quanto riguarda il board.
Sulla Formula 1 e i rapporti con Liberty, il nuovo gestore del campionato, Marchionne ha ribadito che la Rossa è intenzionata a ridurre i costi, ma senza snaturare l'essenza di questo sport. «L'idea - il suo punto di vista - è di restare nel Circus, ma non a tutti i costi». Inevitabile l'ennesimo punto sulla nuova stagione di Marchionne al vertice del Cavallino senza titolo mondiale.
«Il 2018 sarà un'annata migliore - la promessa -: abbiamo comunque fatto bene, considerando da dove siamo partiti. Non credo nella sfortuna. Specie nella seconda parte della stagione c'è stata una combinazione di problemi tecnici e di errori di valutazione da parte dei piloti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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