La festa della Fiat non placa i malumori

La frecciata di Urso: "L'Italia è fondata sul lavoro, non sui profitti"

La festa della Fiat non placa i malumori
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Fiat compie 125 anni e, a differenza delle celebrazioni per la centesima candelina, l'11 luglio 1999, ora fa parte di un grande gruppo globale: Stellantis. Gianni Agnelli, quel giorno di 25 anni fa, ricordò come «la Fiat è Torino, e Torino è la Fiat».

Ieri, sulla pista del Lingotto, dove tutto è nato, il nipote dell'Avvocato e attuale presidente, John Elkann, ha sottolineato come «Fiat è il primo marchio di Stellantis, che sono orgoglioso di aver contribuito a creare tre anni fa». «L'attenzione verso il territorio non è mai mancata - ha aggiunto - una tradizione che andrà avanti sempre, perché fa parte della nostra identità». «Fiat adesso è globale, ma testa e cuore sono sempre qui a Torino», ha puntualizzato Olivier François, ad di Fiat e Abarth.

In via Nizza si festeggia, presenti anche la vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso; a meno di 4 chilometri, invece, c'è il polo storico di Mirafiori in forte sofferenza: oltre il 60% di produzione in meno nel primo semestre dell'anno e tanta cassa integrazione. L'ad di Stellantis, Carlos Tavares, cerca di infondere ottimismo. «Torino è il cuore pulsante di Stellantis e di questo Paese - afferma, rivolto al ministro Urso -. Il progetto per Mirafiori rappresenta un impegno sull'Italia e per l'Italia: la volontà di continuare a investire qui».

Urso, da parte sua, nell'intervento che ha aperto la celebrazione e dopo aver ricordato l'importanza del marchio e i modelli che hanno motorizzato il Paese, ha lanciato un messaggio chiaro ai vertici di Stellantis. «Quando ho incontrato Tavares per la prima volta - ha ricordato - gli ho subito mostrato l'articolo 1 della nostra Costituzione: L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Per poi aggiungere motu proprio ... e non sui profitti». In pratica, per il ministro va bene che gli azionisti incassino i dividendi, ma la priorità dev'essere data agli investimenti produttivi e al lavoro.

«L'impresa che ha fondato l'industria italiana - le parole di Urso - deve assumersi la responsabilità sociale del rilancio dell'auto in Italia, nel rispetto del lavoro e del sacrificio di intere generazioni». A Torino, ieri, si è rivisto Lapo Elkann, con signora, e la sorella Ginevra. Della vecchia guardia ecco invece Paolo Cantarella, ora ottantenne, ad del Gruppo Fiat dal 1996 al 2002 con Cesare Romiti presidente.

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