Dal primo agosto i lavoratori della Sevel di Atessa iscritti alla Fiom-Cgil avranno riconosciuta la propria rappresentanza sindacale: lo ha comunicato l'azienda direttamente ai dipendenti con una lettera. È l'ultima puntata del duello a distanza tra il sindacato Cgil e l'azienda torinese, che si stanno confrontando in tutto il territorio nazionale e che hanno per questo aperte anche diversi contenziosi giudiziari. «Rientriamo dalla porta principale» commenta la dirigenza Fiom in un volantino affisso in bacheca nello stabilimento abruzzese.
Il 30 aprile scorso il giudice del lavoro di Lanciano (Chieti) aveva dichiarato antisindacale il comportamento della Sevel, e con essa del gruppo Fiat, per aver negato l'efficacia e la legittimità delle 17 nomine dei dirigenti della rsa Fiom-Cgil e le conseguenti prerogative sindacali.
Dall'inizio dell'anno la Fiom era priva di una propria rappresentanza sindacale in fabbrica, non avendo sottoscritto l'accordo del gruppo Fiat. Il giudice di Lanciano, Flavia Grilli, aveva ordinato quindi a Sevel di cessare dalla sua condotta, intimandole di consentire la nomina della rsa Fiom e di riconoscere e garantire alla medesima l'esercizio dei diritti previsti dal Titolo III dello Statuto dei Lavoratori. Finora la disposizione non era stata formalmente recepita.
«I lavoratori hanno vinto, dopo che Sevel e Fiat hanno tentato l'impossibile per tener fuori dalla fabbrica Fiom e suoi iscritti, con la complicità dei sindacati compiacenti» commentano il segretario generale Fiom Chieti, Mario Codagnone, e il responsabile provinciale gruppo Fiat Fiom, Marco Di Rocco.
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