«Fossati non può fermarci avanti con il nostro piano»

L'ad di Telecom, Marco Patuano, accetta il confronto con un azionista importante come Marco Fossati, ma senza fermare l'azienda. «La discussione va bene, ma di attesa si muore. Non abbiamo più tempo - ha detto Patuano, ieri in audizione alla Camera -; sulla governance la discussione è lecita e non ci possiamo né dobbiamo sottrarre, ma la società deve andare avanti soprattutto con gli investimenti». Patuano sa che il momento è difficile, per la società telefonica dove lavora da oltre 20 anni, anche sul piano occupazionale. «Dobbiamo affrontare il problema di attività non più economicamente sostenibili, dobbiamo assumere giovani, ma non necessariamente solo ingegneri. In questo momento è importante trovare un punto di incontro con le organizzazioni sindacali. Certamente non voglio creare disoccupazione. La nostra sfida sarà assicurare una transizione non traumatica verso il necessario cambio di mix delle competenze». C'è poi il capitolo Telefonica, il nuovo socio forte della holding Telco. «Non credo sia corretto - ha osservato - dire che Telecom sia stata regalata a Telefonica. Telefonica ha investito e l'ha comprata sui mercati finanziari in diversi momenti».
Certo è che Telefonica opera sui mercati dell'America Latina, proprio come Telecom. E se il problema Argentina è stato risolto con la vendita della quota della partecipata, in Brasile la partita si prospetta più complessa. E i piccoli azionisti di Asati sono preoccupati perché l'Antitrust brasiliano ha già espresso parere negativo all'aumento delle quote di Telefonica in Telco, anche senza che quest'ultima raggiunga il 100% nella holding. A quel punto Telefonica si troverebbe davanti a un bivio: obbligare Telecom a vendere rapidamente la controllata brasiliana oppure rinunciare a Telco. La vicenda non preoccupa però gli ex soci italiani.

E infatti, proprio ieri, il presidente del Cdg di Intesa, Gian Maria Gros Pietro, ha commentato: «Non è nostro mestiere essere azionisti di Telco. Speriamo che Telecom riesca a raggiungere una sua struttura, con il Brasile o magari anche senza».