Gentiloni alza il tiro su Fincantieri

«Il gruppo deve poter comandare in Stx France». Ma Hollande mette paletti

Oltre 1.500 chilometri separano Trieste da Saint-Nazaire. Ma la distanza tra il quartier generale di Fincantieri e il sito navale sulla Loira controllato da Sfx France appare maggiore, dopo l'incontro di ieri tra il presidente francese, François Holland, e il premier italiano, Paolo Gentiloni. Un rendez-vous all'Eliseo in cui non un solo passo in avanti è stato compiuto per avvicinare il closing dell'operazione con cui il gruppo controllato da Fintecna vorrebbe mettere le mani sul 66,66% di Sfx France (il residuo 33,34% è dello Stato francese), messo sul mercato dal gruppo coreano Stx O&S, in amministrazione controllata.

Il punto cruciale è molto semplice, e rappresenta lo scoglio su cui rischia di incagliarsi un affaire reso peraltro complicato sia dai rapporti non proprio idilliaci tra Roma e Parigi dopo la scalata di Vivendi a Mediaset, sia dai venti di nazionalismo e protezionismo che soffiano in Francia nell'anno delle presidenziali: gli italiani vogliono comandare, i francesi pure. Gentiloni l'ha confermato senza troppi giri di parole: «Abbiamo discusso su come conciliare le esigenze di cui ha parlato Hollande, di cui noi naturalmente teniamo conto, con l'esigenza del gruppo Fincantieri di poter gestire. Penso che troveremo una soluzione». I desiderata francesi sono chiarissimi: «Vorremmo che lo Stato possa restare non solo un azionista di minoranza, ma anche un azionista che possa avere una possibilità di blocco e vorremmo che ci fosse una soluzione con un azionariato molteplice», ha spiegato Hollande. Paletti molto rigidi su cui Parigi non sembra disposta a offrire margini di flessibilità. Già nei giorni scorsi, il segretario di Stato all'Industria aveva ventilato la possibilità di far entrare Dcns, il costruttore navale francese nel settore della difesa e controllato al 62% dallo Stato transalpino, nel capitale di Stx France. E per quanto riguarda eventuali poteri di veto, i francesi hanno già un asso nella manica: un decreto del 2014 che permette di stoppare gli investimenti stranieri giudicati in conflitto con l'interesse nazionale

Il problema, per i francesi, è che quella di Fincantieri è la

sola offerta rimasta sul tavolo dopo il ritiro dalla gara della cinese Genting Hong Kong e degli olandesi di Damen. E se davvero Parigi intende salvare i 2.300 dipendenti di Saint-Nazaire, una soluazione andrà trovata.

RE

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