Per convincere gli Usa a togliere il bando ai suoi prodotti di alta tecnologia per le tlc, Huawei usa l'astuzia. L'azienda cinese ha annunciato di essere pronta a comperare la componentistica che serve a realizzare i suoi prodotti in Europa, facendo salire le commesse fino a 40 miliardi di dollari. Una somma importante.
«Nei prossimi cinque anni ci riforniremo sempre più in Europa - ha spiegato Ernst Lin Zhang, presidente per l'Europa occidentale del colosso delle telecomunicazioni - e sarà una meravigliosa opportunità per le aziende europee». La decisione del governo Usa di vietare alle aziende statunitensi di vendere tecnologia al gruppo asiatico si sta rivelando un boomerang, anche perché Huawei spende ogni anno miliardi di dollari in semiconduttori, pezzi di ricambio e servizi per i suoi smartphone e le sue apparecchiature di rete.
«Non potendoci più rifornire negli Stati Uniti, stiamo espandendo le nostre forniture in Cina, Giappone ed Europa per fare in modo che le nostre catene di produzione non siano interrotte»- ha sottolineato Zhang, segnalando che il divieto avrà un impatto limitato sulle forniture per il 5G, settore dove Hawei assicura di non aver più alcun prodotto statunitense. Certo il danno sarebbe enorme ed è per questo che Washington sta lavorando per consentire ad alcune aziende Usa di continuare a collaborare con la società cinese.
A breve saranno rilasciate alcune licenze temporanee per rispondere alle 260 richieste ricevute da parte delle aziende «danneggiate» da non poter più vendere a Huawei. Ovviamente bisognerà capire se anche Google potrà continuare a fornire a Huawei il suo sistema operativo per smartphone, Android. Nel Mate 30, l'ultimo modello del big cinese, ad esempio, non c'è il Play Services e quindi non c'è la possibilità di scaricare le app dallo store online di Google. La questione si inserisce nel più ampio braccio di ferro tra gli Usa e la Cina combattuto a colpi di dazi e proclami. Certo per le aziende europee riuscire a prendere parte delle commesse di Huawei sarebbe un buon colpo. Anche se Trump sta spingendo perché tutti i Paesi Ue pongano limiti alla società cinese, che si è accaparrata un a fetta notevole nella fornitura di apparati di rete per la banda ultralarga e il 5G.
In Italia il governo ha votato il Golden Power che gli conferisce potere di veto sulle forniture di tecnologia che non rispettano determinate specifiche. Il responsabile Huawei nel nostro Paese, Thomas Miao si è detto favorevole alla misura chiedendo però che sia «uguale per tutti i fornitori, non solo quelli extraeuropei». In realtà non sarà facile mettere sotto controllo tutte le forniture.
Ad esempio: per quanto riguarda i modem da casa wi-fi i maggiori gestori li brandizzano con il loro logo ma sono, spesso, prodotti Huawei. Quanto agli smartphone Huawei ha consolidato la seconda posizione sul mercato dietro a Samsung grazie anche alla crescita costante del mercato cinese.
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