I cinesi vogliono Jeep, anzi tutta Fca

Great Wall rilancia e il titolo vola in Borsa +7%. Il Lingotto frena: «Nessuna offerta»

I cinesi vogliono Jeep, anzi tutta Fca

Conferme da Pechino e smentite lungo l'asse Torino-Auburn Hills. Il quarto soggetto cinese tra quelli indicati da Automotive News, cioè Great Wall, alla fine si è fatto vivo, cogliendo Fca in contropiede per ben due volte: la prima, quando la ceo dell'azienda, Wang Fengying, ha riferito al settimanale «di essere in contatto con Fca», mentre il portavoce, Xu Hui, in un'intervista ha indirettamente espresso interesse per Jeep, anche se non è stata presentata un'offerta formale. «Il nostro obiettivo - ha precisato - è quello di diventare il più grande produttore di Suv al mondo. Obiettivo che raggiungeremmo prima e meglio proprio grazie a Jeep».

Qualche ora dopo ecco la bomba del Financial Times che riporta una frase proveniente dal quartier generale di Great Wall: «Abbiamo sempre avuto l'intenzione e l'interesse di rilevare Fca». Il Lingotto si limita a rispondere «di non essere stato approcciato da Great Wall Motors riguardo al brand Jeep o ad altre questioni relative al suo business», e ricorda «di essere pienamente impegnato nel perseguire il suo piano 2014-2018, di cui ha raggiunto ogni obiettivo alla data odierna (ieri, ndr) e al cui completamento mancano solo 6 trimestri». Stando a Pechino, invece, la pista cinese esiste e colpi di scena non sarebbero esclusi visto che, secondo indiscrezioni circolate sotto la Muraglia nonostante la smentita di Geely, gruppo che controlla la Volvo, alcune banche starebbero lavorando sotto traccia sul dossier Fca. In questo caso, alle spalle di Fca potrebbe scatenarsi una vera battaglia.

In Borsa, intanto, le azioni del Lingotto hanno ripreso a correre, soprattutto dopo l'uscita pomeridiana del Financial Times sulle intenzioni dei cinesi in merito a tutta Fca. Il titolo torinese ha così chiuso a 11,44 euro (+6,9%). Più caute, invece, la controllante Exor (+0,57% a 52,55 euro) e Ferrari (+0,37% a 95,15 euro). Zero reazioni, per ora, dalla Casa Bianca, anche se Automotive News sottolinea, da Detroit, come «si stia guardando all'ipotesi che una Casa cinese acquisti una holding europea. E che quando Geely si è presa la Volvo, dopo alcune polemiche iniziali tutto si è calmato: così potrebbe accadere anche per l'icona americana Jeep».

Il mercato, intanto, ha ripreso a fare i conti. «La notizia della volontà dei cinesi di Great Wall di acquistare Jeep per diventare i leader mondiali nella produzione di Suv - afferma Roberto Russo (Assiteca Sim) - riapre il tema del valore reale del Gruppo Fca inteso come somma dei diversi asset che lo compongono. Limitando l'analisi ai potenziali candidati di future operazioni di scorporo, partendo proprio da Jeep, che rappresenta l'asset più ricco, applicando i multipli dei principali concorrenti la Casa ha un valore corrispondente a circa 10 euro per azione Fca; l'altro gioiello, Maserati, cui possiamo affiancare Alfa Romeo, ha invece un valore corrispondente a circa 3,5 euro per azione Fca, sempre applicando multipli analoghi di settore».

Alcuni analisti hanno sollevato dubbi sulla capacità di Great Wall di finanziare l'operazione, in quanto «Fca è troppo grande per essere acquistata, mentre sarebbe più logico che il

gruppo cinese rilevasse un singolo brand, come Jeep». E Gac, che produce in Cina in joint venture con Fca le Jeep Renegade e Compass? E Geely con gli 007 delle banche? L'intreccio di interessi su Fca si fa più interessante.

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