Economia

Lasciare tutto entro fine anno: così arriva subito la pensione. Cosa sono i prepensionamenti

Isopensione e assegno straordinario: requisiti, vantaggi e svantaggi dei prepensionamenti alla luce della manovra del 2021

Lasciare tutto entro fine anno: così arriva subito la pensione. Cosa sono i prepensionamenti

Andare in pensione è per moltissimi lavoratori una legittima aspettativa che si scontra spesso però con un panorama di requisiti di pensionamento molto severi. In seguito alla riforma Fornero, infatti, la pensione di vecchiaia è gradualmente arrivata a un requisito molto severo di ben 67 anni di età per uomini e donne con almeno 20 anni di contributi nelle gestioni Inps o anche nelle casse professionali. L’altro accesso a pensione stabile del nostro ordinamento è la pensione anticipata ordinaria che arriva a ben 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini con uno sconto di un solo anno di contributi per le donne; una volta raggiunto questo traguardo, per percepire la pensione anticipata bisogna anche attendere un periodo di 3 mesi di ‘finestra’ che, di fatto, allontana ancora di più la materiale percezione dell’assegno.

La pensione in azienda

Accanto a questi ingressi ‘strutturali’ sono fioccati molti accessi temporanei, con requisiti molto diversi fra loro: dalla famosa Quota 100, alla pensione in opzione donna o forme meno attrattive come l’Ape sociale (che di fatto è un accompagnamento alla pensione dal valore contenuto, tutto a carico dello stato). Dal 2012 a oggi, tuttavia, è stato dato più di un impulso al sistema dei prepensionamenti aziendali che si fonda su un bilanciamento fra i costi a carico dello stato (come quello delle pensioni o dei sussidi) e quelli a carico dell’azienda (salario, contribuzione sociale etc.). Ne possiamo distinguere almeno 3 tipi che nel 2021 sono contemporaneamente attivi e si rivolgono ad aziende di medio-grandi dimensioni e richiedono quasi sempre una adesione consensuale da parte del lavoratore, ma anche una certa discrezionalità da parte dell’azienda. I tre tipi sono il contratto di espansione, gli assegni straordinari dei fondi bilaterali e la più attrattiva ‘isopensione’ utilizzata dai grandi colossi del settore energetico e delle telecomunicazioni. Le ultime due (assegno dei fondi e isopensione) sono attive, in alcuni casi, da più di 10 anni, e si azionano sempre con un accordo sindacale siglato dall’azienda che vuole accompagnare alla pensione i propri lavoratori con le varie rappresentanze sindacali aziendali. In entrambi i casi, il datore di lavoro e il lavoratore chiudono il rapporto di lavoro con una risoluzione consensuale che potrà essere firmata anche durante la vigenza del divieto di licenziamenti (a oggi attivo fino alla fine di marzo 2021). Chi può accedere a queste due forme di prepensionamento?

Isopensione Fornero

Per la isopensione Fornero si tratta di lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti che distino o dalla pensione di vecchiaia o anticipata non più di 7 anni (finestra attiva fino al 2023). Invece, per i fondi bilaterali, l’assegno copre una distanza ordinaria di non più di 60 mesi, cioè 5 anni. I fondi bilaterali coprono poi solo alcuni settori e dunque questo tipo di prepensionamento è aperto alle aziende del credito, delle assicurazioni, delle Poste Italiane, del settore Chimico-Farmaceutico nonché del comparto ferroviario. Chiuso il rapporto di lavoro, l’azienda non ha alcun impegno a nuove assunzioni, ma dovrà versare sia i contributi pieni tutti a suo carico sia un assegno (distribuito annualmente con 13 mensilità, proprio come la pensione) che accompagna il lavoratore fino alla pensione. Una domanda che ci si pone spesso è: ma mi conviene? La risposta è positiva quasi sempre. Infatti, durante il prepensionamento, non solo il lavoratore percepisce una pensione vera e propria, pari al maturato al momento dell’esodo, ma continua a ricevere contributi dall’azienda che aumenteranno la pensione definitiva dopo i 5 o 7 anni di scivolo. Inoltre, nel caso dell’assegno dei fondi del credito o degli altri settori che se ne sono dotati, l’assegno di prepensionamento conterrà una quota pari ai contributi versati durante i cinque anni.


La differenza prepensionamento-isopensione

Il prepensionamento differisce notevolmente fra isopensione Fornero e assegno dei fondi in merito al regime di 'libertà' accordato al lavoratore che si ponga nello scivolo pensionistico. Nel caso della isopensione, il soggetto potrà avere rapporti di lavoro subordinato, autonomo o anche di impresa senza alcun limite di cumulo e gli ulteriori contributi ricevuti per queste attività aumenteranno ancora di più la futura pensione.

Nel caso degli assegni dei Fondi invece bisognerà stare ben attenti a cosa prevede il singolo Statuto: nella generalità dei casi se, durante il prepensionamento, il lavoratore si reimpiega con una società dello stesso settore decadrà dall’assegno, mentre in caso di settori non in competizione coll’ex datore di lavoro ci saranno solo riduzioni parziali dello stesso.

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