"Ridateci 10mila euro...". Ed è panico fra i pensionati

Venerdì mattina, a Trieste, ci sarà una manifestazione sindacale contro l'Inps per i continui disservizi e soprattutto dopo la richiesta di questa di rimborsi fino a 10mila euro ad anziani con la pensione minima

"Ridateci 10mila euro...". Ed è panico fra i pensionati

Sono stati richiesti rimborsi dall'Inps di Trieste per importi che vanno dai 3mila ai 10 mila euro ad almeno 20 persone. Il problema è che tutti colori che sono stati informati del risarcimento vivono con pensioni molto basse, alcune inferiori ai 350 euro mensili. A segnalare il caso è stata l'Unione sindacale di base (Usb) dopo le numerose lamentele che hanno ricevuto ai loro sportelli.

Dall'Usb annunciano protesta, infatti, per questo motivo e per l'importante carenza di organico negli uffici Inps che inevitabilmente crea disservizi ai cittadini, è prevista una manifestazione la mattina di venerdì 23 aprile davanti alla sede triestina. Come riportato da TristePrima, "non è una battaglia contro i lavoratori dell’Inps, che cercano di offrire il miglior servizio ma si ritrovano in pochi a causa di scelte politiche a livello governativo" assicurano i sindacalisti.

Si tratta quindi di un sit-in di protesta in quanto la campagna di recupero che l'Inps sta effettuando in questi mesi, a livello nazionale, va a danno delle fasce di popolazione meno abbienti. Questo è il pensiero di Giorgio Vesnaver, esponente del sindacato, che aggiunge: "Si parla di quote di pensione erogate in modo indebito ma la circolare interna prevede il rimborso degli arretrati solo in caso di dolo da parte del pensionato, non se l’errore di calcolo è dell’Inps. Sarebbe comunque d’obbligo spiegare in modo chiaro al pensionato il motivo di questo errore, ma le spiegazioni che arrivano sono farraginose e non chiare, il che rende anche difficile fare ricorso".

Dunque, trattandosi di persone molto avanti con gli anni, spesso, rinunciano a fare ricorso nonostante questo, fino ad oggi, abbia dato sempre ragione a loro.

Un altro motivo di protesta riguarda il reddito di cittadinanza, richiesto da molti causa pandemia, in quanto l'Inps lo ha inserita nell'Isee di quest'anno nonostante sia stato ricevuto lo scorso. "Paradossalmente chi ha un reddito basso e ha quindi diritto al reddito di cittadinanza, si troverà a perdere molti vantaggi proprio per averne beneficiato" - afferma Massimiliano Generutti, un altro esponente Usb, che spiega l'inganno- "Tutte le persone inizialmente risollevate dall’indigenza con il reddito di cittadinanza stanno venendo adesso rigettate nella povertà per questo motivo”.

Il Friuli Venezia-Giulia è, a quanto afferma il direttore Inps regionale, al terzo posto per smaltimento di pratiche inevase e al primo posto per gradimento e soddisfazione del cittadino, eppure sono presenti così tanti grattacapi.

Giuseppina Di Paquale, sindacalista per il Pubblico impiego, sottolinea: "Se ci sono disagi innegabili in erogazione dei servizi in una regione che è al primo posto, non posso immaginare gli altri territori“.

Sempre lei asserisce che il personale è insufficiente per "mancanza di turnover e per l'esternalizzazione dei servizi", ossia per colpa delle politiche nazionali.

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