I francesi di Lactalis non si arrendono e per conquistare tutta Parmalat riaprono l'offerta d'acquisto. La nuova guerra di posizione ha già una scadenza: il periodo di adesione è stato fissato in 5 giorni di Borsa aperta, tra il 29 marzo e il 4 aprile. In trincea, sul fronte francese, c'è l'azionista di maggioranza Lactalis e, su quello opposto, i piccoli azionisti e i fondi di minoranza che non vogliono consegnare le azioni al prezzo (già maggiorato) di 3 euro. Per tentare il nuovo affondo, la famiglia Besnier ha rinunciato alla soglia del 90%, una mossa necessaria per mantenere le azioni raccolte finora e poter riaprire i termini dell'offerta. Ma l'obiettivo delisting non cambia. Al momento, a bocce ferme, Lactalis ha raggiunto una quota pari a 34,36 milioni di azioni consegnate (secondo i risultati provvisori comunicati da Equita), portando la società a detenere circa l'89,59% del capitale azionario di Parmalat (l'89,7%, includendo le azioni proprie detenute dall'emittente). Tuttavia, se i francesi riusciranno a racimolare quei 5,5 milioni di titoli che mancano per arrivare al 90%, la procedura per l'uscita da Borsa partirà in automatico e sarà Consob a definire termini e prezzo di una nuova Opa, questa volta residuale.
Un dettaglio importante che potrebbe fare la differenza sul fronte delle adesioni. E i piccoli azionisti potrebbero puntare a tenersi ancora le azioni in portafoglio fino a quel momento. Potrebbe profilarsi, infatti, l'ipotesi che Consob fissi, per la residuale, un prezzo più alto dei 3 euro. In questo caso, però, a beneficiarne sarebbe solo chi non ha aderito all'Opa. Secondo il regolamento Emittenti non è previsto un conguaglio tra chi ha aderito all'Opa volontaria e chi ha aderito a quella residuale, anche se ci sono due prezzi diversi. A questo punto, dunque, i fondi che da mesi valutano Parmalat tra 3,8 e 4,5 euro potrebbero puntare ad arrivare a questa fase tentando di spuntare, da Consob, un prezzo più alto (Amber a Gabelli hanno in mano quasi il 5% nel complesso, Amber da sola il 4%). D'altronde gli stessi analisti e gli esperti chiamati in causa finora non sono concordi sul prezzo giusto da attribuire ai titoli di Collecchio. Inoltre, ieri, la stessa Kepler, che aveva consigliato di aderire all'Opa da 3 euro, ha scritto in un report che non c'è visibilità sul megarisarcimento richiesto da Parmalat a Citigroup per eventi legati al crack che ammonta a 1,8 miliardi di euro.
Gli esperti scrivono che più volte la stampa ha parlato di un accordo in via di definizione fra le due parti per 900 milioni di euro. Fatto che Lactalis ha sempre negato. Ma se Parmalat vale 3 euro per i fondamentali, riprende Kepler, calcolando 900 milioni potenziali in entrata la valutazione sarebbe di 3,9 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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