Il liberalismo secondo Putin

L'intervista rilasciata dal presidente russo Putin al Financial Times (27/06/2019) mi ha provocato su un tema che mi sta molto a cuore. Quando ha dichiarato che il liberalismo è un sistema di governance obsoleto. Ne riconosco il profilo di statista che ha saputo ricollocare la Russia al centro dello scacchiere internazionale nonostante le inutili e controproducenti sanzioni applicate nei confronti di quel grande Paese, però ritengo ingeneroso il suo drastico giudizio sul liberalismo. Nessuna idea di governo è perfetta, tuttavia sono altri i modelli ideologici per davvero obsoleti. Chi ha avuto ed ha il privilegio di vivere in Paesi dove si costruisce secondo canoni liberali sono certo che se lo tiene ben stretto, con nessuna intenzione di fare cambio per avventurarsi in territori pericolosi a proposito di libertà individuali e presenza ossessiva dello Stato padrone.

Purtroppo, in Italia solo di rado abbiamo beneficiato di stagioni politiche di stampo liberale e di questo ne stiamo pagando le conseguenze. L'intemerata di Putin, almeno per me, ha avuto l'effetto di riannodare lo spirito di appartenenza con un pensiero che mi accompagna da sempre e che provo tutti i giorni a rivitalizzare nei miei rapporti personali e professionali.

L'economista e presidente dell'Istituto di matrice liberale Bruno Leoni, Franco Debenedetti, da me apprezzato e non da ora, ha reagito alle parole di Putin con una sferzata che suona come un interrogativo da non prendere sottogamba: «Se dichiara obsoleto il liberalismo chi non lo pratica fa propaganda. Se lo dice chi nel liberalismo vive e del liberalismo gode i frutti, fa correre il rischio che obsoleto possa diventarlo».

(Corriere della Sera, 6/07/2019). In Italia, per la piega che hanno preso le cose della politica, quel rischio è diventato realtà. Ma ciò non significa che il liberalismo è superato. Anzi. Liberali di tutto il mondo, uniamoci.

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