L'impegno, siglato a metà dicembre dello scorso anno, dei grandi Paesi produttori di greggio di tagliare l'output sembra dare più risultati del previsto. Il punto della situazione è stato fatto lo scorso week end a Vienna, dove si è riunito l'apposito comitato di controllo sui tagli alla produzione. Stando a quanto ricostruito dall'agenzia Bloomberg, infatti, alcuni Paesi produttori tra cui Algeria, Kuwait e Arabia Saudita sarebbero avanti con la tabella di marcia, così come la Russia. In particolare, secondo quanto detto dagli esponenti sauditi e da Mosca, i Paesi del Cartello avrebbero allo stato ridotto la produzione totale giornaliera di 1,5 milioni di barili, contro l'obiettivo di arrivare a togliere dal mercato 1,8 milioni di barili al giorno per sei mesi. Insomma è stato già raggiunto l'80% della riduzione stabilita dagli accordi: non per nulla venerdì scordo al Nymex il greggio ha chiuso in rialzo con il contratto a febbraio che ha guadagnato il 2% a 52,42 dollari al barile.
Dai tagli sono dispensati paesi come Libia, Iran e Nigeria.
In particolare, nel mese di gennaio, secondo quanto riferito dalla Noc libica, la produzione del Paese è aumentata a oltre i 700mila barili al giorno per la prima volta in tre anni. Quasi un terzo in più rispetto alla produzione di ottobre che è stata presa come benchmark dall'Opec per i tagli.
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