Un milione e 800mila euro investiti per promuovere il gioco responsabile. 5,8 milioni stanziati per lo sport, 3,5 per la cultura e 2,2 per iniziative a favore delle categorie sociali più deboli. Nel 2012 sono stati 13,3 i milioni spesi da Gtech, già Lottomatica, come ritorno alla comunità: una quota pari al 5% degli utili del gruppo. Il 90%, 12,3 milioni, di questi è stato investito in Italia. E, nonostante il numero dei giocatori in calo nel nostro paese (da 24,7 del 2011 a 23,5 milioni del 2012), nel 2012 Gtech è riuscita a contribuire con 3,6 miliardi all'erario. Per quanto riguarda la spesa netta, mentre nel resto del mondo ha registrato un incremento dell'1,8% e in Europa del 5,4%, in Italia invece ha subito un calo del 3,5%, attestandosi a 17,1 miliardi di euro contro i 17,3 del 2011. La quota versata da Gtech (attiva soprattutto nel Lotto e nelle lotterie istantanee) corrisponde al 44% delle entrate erariali da giochi (8,1 miliardi) in Italia. Negli ultimi 4 anni il contributo di Gtech-Lottomatica all'erario è stato di 14,5 miliardi. A conferma che il settore del gioco in concessione resta una delle principali entrate dello Stato. E questo anche alla luce della sempre crescente internazionalizzazione del gruppo controllato da De Agostini, testimoniata addirittura dal recente cambio del nome: in soffitta la vecchia Lottomatica (legata ai primi sistemi di automazione del gioco del Lotto), sostituita da Gtech, il marchio principe delle lotteria Usa gestite dal gruppo.
A fare il punto sull'attività «sociale» di Gtech è il Bilancio di sostenibilità 2012, presentato ieri a Roma. «Da questo governo ci si aspetta un'attenzione verso un settore», quello dei giochi, «importante per l'economia italiana - ha affermato l'ad di Gtech, Marco Sala -. Da parte di Gtech e Confindustria c'è la volontà di essere interlocutori». E naturalmente, trattandosi di un settore delicato e spesso molto attaccato per il suo impatto sociale, il programma di Gtech si basa su prevenzione, dialogo e cooperazione. Gli obiettivi dichiarati sono la prevenzione del gioco minorile, quella del gioco problematico e il supporto ai giocatori problematici.
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