Economia

"Manca il sì": slitta l'aumento per gli statali

Funzioni centrali, scuola, sanità ed enti locali. Questi sono i contratti che il governo sta rinnovando. Ancora mancano, però, alcuni sì

"Manca il sì": slitta l'aumento per gli statali

Il contratto firmato lo scorso 5 gennaio dall'Aran, l'Agenzia che tratta per il governo, e i sindacati in merito agli aumenti per i dipendenti delle funzioni centrali è ancora fermo al ministero dell'Economia. Solo per altre verifiche eppure il controllo si sta protraendo più del previsto.

Come riporta il Messaggero, non ci sarebbero problemi da un punto di vista finanziario ma sarebbero state chieste delle correzioni: delle modifiche formali al testo. Inizialmente lo scritto prevedeva che gli aumenti sarebbero arrivati già con le buste paga di marzo. Oggi, però, è molto complicato che si concretizzino prima di maggio. Qualora si riuscisse ad avere in settimana il via libera del ministero dell'Economia, il contratto dovrebbe comunque essere trasmesso alla Corte dei conti. La procedura ha dei tempi ben precisi e quello dei magistrati contabili è di 15 giorni. Successivamente, il testo dovrà essere approvato e firmato in Consiglio dei ministri. Prima di Pasqua, perciò, è complicato che la procedura sia ultimata. Ciò sta a significare che il cedolino di maggio, probabilmente, sarà quello utile per ricevere gli aumenti e gli arretrati. A meno che non venga deciso di anticipare il pagamento degli arretrati attraverso un cedolino separato.

Le cifre degli aumenti

Sono previsti degli aumenti tabellari, questi valgono per tutti i dipendenti del comparto. Stando a quanto riporta sempre il Messaggero, questi vanno da un minimo di 63 euro fino a 117 euro lordi mensili per i funzionari più alti in grado. Inoltre, dal momento che il documento è stato firmato nel 2021 alla fine del triennio di vigenza contrattuale, i dipendenti avranno diritto a ricevere anche gli arretrati. Questi oscillano da 970 fino a oltre 1800 euro, ovviamente la cifra cambia a seconda dell'area e dell'inquadramento.

Il diritto agli arretrati vale anche per chi ha lasciato il lavoro tra il 2019 e il 2021. Chi è andato in pensione avrà un ricalcolo pro-quota che partirà dal primo gennaio del 2019 fino alla data del pensionamento.

Gli altri contratti

Il governo non sta rinnovando solamente il contratto delle Funzioni centrali. In realtà, sono altri tre i contratti pubblici che deve rinnovare: Enti locali, scuola e sanità. Proprio quest'ultimo è quello in via più avanzata. Gli operatori della sanità dovrebbero avere un rinnovo con parallelo aumento medio di circa 200 euro lordi al mese, comprensivi di indennità specifica prevista dall'ultima manovra finanziaria. Manca però un'ultima cosa prima che venga chiuso il contratto, è l'atto di indirizzo integrativo delle Regioni. Questo perché hanno chiesto che sia il governo a finanziare una parte degli aumenti.

Problema più o meno uguale anche per i Comuni dal momento che per il rinnovo del contratto degli Enti locali sono necessari 950milioni di euro. L'Anci, l'associazione dei Comuni, chiede da tempo l'intervento del governo alla luce, oltre che del rinnovo del contratto dei dipendenti, degli aumenti legati al caro-energia. I sindaci, infatti, dovranno pagare 500 milioni in più. Soldi che vanno a gravare sui bilanci comunali.

Qualora non dovesse esserci alcun intervento del governo, l'Anci, in audizione in Parlamento, ha spiegato che i sindaci saranno obbligati ad aumentare la tassazione locale.

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