Sergio Marchionne entra a gamba tesa sul tema dell'auto elettrica. E pur ricordando che «Fca sta lavorando su tutti i tipi di veicoli elettrici», l'ad del Lingotto ha messo in guardia dai rischi che si correranno nel momento in cui tale mercato dovesse prendere il volo. «Se avverrà questo - ha precisato il top manager all'Università di Trento, dove ha ricevuto la laurea honoris causa in Ingegneria meccatronica - sarà una minaccia per il pianeta, almeno fino a quando non si troverà una soluzione sulla produzione di energia che, per due terzi, deriva ancora da fonti fossili. Quindi, non si farebbe altro che peggiorare la situazione; bisogna essere realistici».
L'auto elettrica, dunque, è vista da Marchionne come un'arma a doppio taglio, e la transizione verso questa mobilità, a parere dell'ad, «deve avvenire senza l'imposizione di leggi». Il pensiero «controcorrente» di Marchionne apre, di fatto, la discussione sul rovescio della medaglia di uno scenario ormai sposato dalla maggioranza dei costruttori, con i tedeschi in prima fila alla voce investimenti. Si deve, cioè, «considerare l'impatto ambientale di questa mobilità durante l'intero ciclo di vita».
Tra i primi a reagire c'è Francesco Starace, ad di Enel, gruppo impegnato in un piano triennale che punta alla capillarizzazione della rete di ricarica in Italia. Dall'1 ottobre, in proposito, è possibile viaggiare con un'auto elettrica da Milano a Roma potendo contare su 30 colonnine di ricarica veloce dislocate a intervalli di 60 chilometri. «Il bello del mondo - ha replicato Starace - è che ognuno ha il suo punto di vista. E il mio non è quello di Marchionne».
Insomma, Fca percorre la via elettrica, con la consapevolezza, però, che non si tratta «di una soluzione unica e di una formula magica» per risolvere i problemi ambientali. «È più utile - osserva l'ad di Fca - concentrarsi sui miglioramenti dei motori tradizionali e lavorare alla diffusione di carburanti alternativi, soprattutto il metano, il più virtuoso e più pulito come emissioni».
Altro tema affrontato, quello della guida autonoma, «realtà nel giro di un decennio, con i sistemi avanzati di ausilio alla guida che svolgeranno un ruolo cruciale nel preparare legislatori, consumatori e aziende per un modo in cui il controllo dell'auto sarà passato nelle mani della vettura stessa». «Noi ci stiamo lavorando - ha aggiunto Marchionne -; ci saranno alcune versioni già l'anno prossimo con la Maserati». L'ad ha anche spiegato che «nel 2021 si vedrà il livello 3 con una diffusione di massa», mentre «per i livelli 4 e 5 (sparisce lo sterzo) ci vuole più tempo a causa dell'infrastruttura che non esiste».
«Propulsione elettrica e guida autonoma - ha ammonito il capo del Lingotto - causeranno un cambio di paradigma totale e l'arrivo di nuovi attori con grandi capitali alle spalle, pronti a giocare un ruolo devastante. Solo marchi forti e altamente specializzati - come Alfa Romeo, Maserati, Jeep e Ferrari - rimarranno indenni oppure saranno solo parzialmente toccati».
A margine della
cerimonia, l'ad ha quindi detto che lo spin-off di Magneti Marelli da Fca probabilmente avverrà nel 2018 e che è ancora prematuro parlare di scorporo di Alfa e Maserati («è imprevedibile dire persino se avverrà a fine 2022»).
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