Il «liberi tutti» è scattato. Ma al momento i soci Alitalia sembrano rimasti assolutamente immobili e sull'azionariato della compagnia di bandiera pare dominare la calma piatta. Anche perchè di possibili acquirenti finora non se ne sono visti. Dopo le smentite di Air France sull'esistenza di un piano per rilevare le partecipazioni dei soci italiani, ieri è stata infatti la Qatar Airways a negare ogni interesse per la compagnia presieduta da Roberto Colaninno.
A smentire le indiscrezioni circolate in questi giorni, che ipotizzavano contatti già avviati tra Alitalia e la società del Golfo, è stato direttamente l'amministratore delegato, Akbar Al Baker. Tra i due vettori non c'è stato alcun tentativo di approccio, ha spiegato il ceo, anche perchè Qatar Airways non è interessata a fare il proprio ingresso nel capitale della compagnia italiana. Le uniche trattative possibili per gli azionisti che nel 2008 risposero all'appello del governo (e che volessero disfarsi della loro quota, dopo che sabato è scaduto il periodo di lock up che per quattro anni impediva ai soci italiani della compagnia di cedere le proprie quote) potrebbero quindi rimanere quelle da intavolare con la compagnia degli Emirati Arabi Uniti Etihad, che ha già sondato il terreno, e, si vocifera, con la russa Aeroflot. Entrambe sono già partner dell'alleanza Skyteam ed un loro ingresso non pesterebbe quindi i piedi ad Air France.
Qualsiasi nuova partnership, di qualsiasi tipo essa sia, dovrà infatti essere, ha spiegato Maurizio Traglio, che di Alitalia ha in mano l'1,3%, «sempre allineata con le strategie del socio francese». È stato lo stesso imprenditore comasco inoltre a spiegare che sulla compagnia prevale ancora una scelta attendista. «In questo momento non abbiamo discussioni sostanziali su modifiche dell'azionariato rispetto a come è ora - ha detto - Mi sento di escludere che in questo momento Air France abbia una trattativa aperta con gli azionisti. Non voglio dire che non ci sarà a breve, cosa che è possibile, ma in questo momento - ha ribadito - non c'è». Oltre a Traglio, tutti i piccoli azionisti, quelli che apparentemente potrebbero essere i primi a voler vendere, sembrano invece coesi e ancora poco interessati a cedere la propria partecipazione.
I giochi sono rimandati in attesa di capire anche quale sarà l'orientamento dei «patrioti» più grandi (Intesa Sanpaolo, Riva, Benetton), quelli che più potrebbero risentire di un cambiamento azionario di una compagnia in perdita e che potrebbe aver presto bisogno di una ricapitalizzazione. Gli occhi sono puntati sul prossimo appuntamento in calendario, il comitato esecutivo del 22 gennaio, a cui parteciperà anche l'ad di Air France, Jean-Ciryll Spinetta.
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