Camilla Conti
Il matrimonio fra Ieo, Humanitas e Policlinico San Donato non s'ha da fare. Ma quello consumato ieri fra big del credito è stato uno scontro più sul ring della finanza che su quello della sanità lombarda. Qui la linea Maginot alzata da Mediobanca ha retto: l'assemblea dei 19 soci dello Ieo, l'Istituto Europeo di Oncologia, ha infatti deciso di respingere le offerte, quella non vincolante del 19 gennaio e l'ultima del 3 marzo dei gruppi Humanitas e Policlinico San Donato per l'acquisto dell'istituto fondato da Umberto Veronesi e della controllata Centro Cardiologico Monzino. Gli azionisti riuniti ieri nella sede di Piazzetta Cuccia hanno invitato il cda «a svolgere in piena autonomia, con l'ausilio di primari consulenti internazionali nel campo della medicina oncologica e cardiologica, un'analisi circa il posizionamento dello Ieo e del Monzino rispetto ai principali cancer e cardiovascular center internazionali», si legge in una nota dello Ieo. Risultato: l'assemblea ha deciso di «non dare seguito» all'offerta non vincolante di acquisto dei gruppi Humanitas e San Donato rispettivamente presieduti da Gianfelice Rocca e Paolo Rotelli sia alla loro successiva comunicazione del 3 marzo, con cui avevano rinunciato ad acquisire la totalità dello Ieo e promesso di investire l'80% degli utili in ricerca per i prossimi dieci anni. Il verdetto per Mediobanca, contraria alla vendita fin dall'inizio, non era scontato. Tanto che alla fine della settimana scorsa, in vista della sfida di ieri, l'istituto guidato da Alberto Nagel ha consolidato la sua posizione di primo socio dello Ieo rilevando le quote di Italcementi e Edison, pari a circa il 9% del capitale, e presentandosi in assemblea con una partecipazione del 24% (prima aveva il 14,7%). Mossa azzeccata. Perché ieri in assemblea oltre alla mozione presentata da Mediobanca, che poi è passata con circa il 54% del capitale presente, è arrivata anche quella più «morbida» di Unicredit (al 13,4% dello Ieo) che prevedeva di soprassedere sull'offerta del tandem Rocca-Rotelli - non più attuale, secondo gli stessi offerenti - anziché bocciarla.
La prima manifestazione di interesse era arrivata dai gruppi Humanitas e San Donato con l'obiettivo di dare vita a due poli di eccellenza nell'oncologia da un lato e dall'altro - in partnership con il Monzino - per le affezioni cardiovascolari. La moglie di Umberto Veronesi, Sultana Razon, aveva visto di buon grado il piano delle due aziende che avrebbe creato «uno dei maggiori centri per la lotta al cancro a livello mondiale».
Ma la battaglia si è giocata soprattutto nel «salotto» dei soci finanziari: oltre Mediobanca e Unicredit, UnipolSai (al 14,3%), Intesa (7,3%) e Generali (5,8%). Con il fronte del no, capitanato da Mediobanca, si sarebbero schierate anche Unipol, Generali (5,8%), Telecom (2,08%), mentre Intesa ha sostenuto l'operazione di Rocca e Rotelli insieme a Rcs (al 5,08%), Mediolanum (4,6%), Allianz (5,8%), Pirelli (6,06%) e ieri anche a Unicredit. Che, ricordiamolo, di Mediobanca è primo azionista con l'8,5%.
In una dichiarazione congiunta, i vertici di Humanitas e San Donato si definiscono «dispiaciuti» per la decisione presa dall'assemblea: «Rimaniamo convinti che in
uno scenario come quello attuale sia necessario avere una visione globale, una strategia comune per favorire investimenti nella ricerca e nell'innovazione clinica, ma anche grandi dimensioni che consentano di perseguirla».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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