Prima le indiscrezioni di stampa, poi le ammissioni parziali, e infine, ieri, la conferma: la Germania apre a un rafforzamento del fondo-salva Stati permanente Esm, a patto che il firewall venga irrobustito temporaneamente con i circa 200 miliardi di euro che l’Efsf, lo strumento intervenuto finora per tamponare le aree di crisi, ha già messo a disposizione di Grecia, Irlanda e Portogallo. Nel complesso, “munizioni“ attorno ai 700 miliardi. «Mi posso immaginare che questi 200 miliardi - ha spiegato la Cancelliera, Angela Merkel - possano sussistere in via parallela ai 500 miliardi già previsti fino a che non saranno stati rimborsati dai Paesi destinatari».
I mercati, com’era prevedibile, non si sono lasciati sfuggire l’apertura di Berlino. Deboli per l’intera mattina, le Borse hanno innescato nel pomeriggio un recupero che ha riportato in chiusura gli indici ben sopra la parità (+0,8% Milano) e ridotto lo spread Btp-Bund a 307 punti. Un effetto-Merkel che è andato a saldarsi con le parole del leader della Federal Reserve, Ben Bernanke, sulla necessità di rafforzare la crescita per creare posti di lavoro. Ciò significa tassi a zero fino al 2014, e maggiori probabilità di ulteriori manovre di alleggerimento quantitativo. Musica anche per le orecchie di Wall Street.
Quanto a Eurolandia, a pochi giorni dal delicato vertice Ecofin in programma venerdì a Copenaghen e con Lisbona che potrebbe essere presto costretta a richiedere soccorso finanziario, il «si può fare» di Berlino è il risultato del pressing da tempo esercitato sui tedeschi da più parti. La posizione della Merkel si va a collocare in una posizione intermedia rispetto alle altre due proposte - antitetiche - finora sul tavolo. La prima, fortemente restrittiva, chiudeva la partita a 500 miliardi senza ulteriori contributi aggiuntivi; la seconda puntava ad aumentare la capacità dell’Esm a 940 miliardi, sommando ai 500 miliardi previsti quelli ricavabili da garanzie per 248 miliardi ancora non impegnate dall’Efsf fino a metà 2013.
Berlino può già contare sull’appoggio della Finlandia, ed è prevedibile che attorno alla sua proposta si possano coagulare altri consensi. L’entità delle adesioni è importante, in quanto potrebbe condizionare il giudizio del Fmi. Una valutazione positiva sulla force de frappe del paracadute europeo, del resto, si tradurrebbe nel via libera a un aumento delle risorse destinate ai salvataggi da parte del Fondo guidato da Christine Lagarde.
L’ammorbidimento delle posizioni tedesche arriva in un momento in cui, per stessa ammissione della Merkel, permane «ancora molta sensibilita e fragilità nella situazione dei tassi: come ad esempio quelli del Portogallo e anche della Spagna». Sia la Commissione Ue, sia la Bce sono convinte che Italia e Spagna siano determinate a proseguire sulla strada del risanamento e delle riforme, ma la crisi del debito non è ancora superata. E la recessione incombe. Un contributo a migliorare il quadro congiunturale potrebbe essere dato dai generosi prestiti erogati dalla Bce, che «stanno iniziando a confluire nell’economia reale - ha spiegato Mario Draghi - e ora sono più vicini di prima a piccole e medie imprese».
Merkel dice sì al paracadute da 700 miliardi
Berlino favorevole alla fusione dei due fondi salva-Stati. Draghi: "I maxi prestiti Bce stanno arrivando alle imprese". Mercati in rialzo dopo l’apertura tedesca
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