Professionisti, impiegati o semplici studenti. Che insieme compongono un piccolo esercito. È quello dei day-trader, piccoli negoziatori di Borsa che nella vita fanno altro ma che appena possono si tuffano su titoli di piccole e medie dimensioni cercando profitto nell'arco di una singola seduta. Di solito non restano in possesso di azioni a fine giornata, ma fanno impennare o crollare un titolo grazie a vortici di scambi sull'onda di indiscrezioni, spesso messe in circolazione ad hoc per accendere la speculazione. Il fenomeno esiste in Italia da dieci, quindici anni. Col miglioramento delle tecnologie sta ora prendendo sempre più piede. Si pensi alla crescente diffusione di computer, tablet e smartphone, ormai alla portata di tutti, che permette a chiunque di accedere al mercato di Borsa grazie a semplici applicazioni messe sul mercato da banche online specializzate in investimenti come IwBank o Fineco.
Il risultato è che in una giornata di Piazza Affari, dove la media di scambi ammonta a 2 miliardi di euro, il 20% dei volumi è messo a segno dai day-trader. Tradotto in soldoni si tratta di 400 milioni di euro. Una cifra non indifferente se si pensa che la gran parte movimenta poche centinaia di euro. Insomma, un esercito di piccoli speculatori che cavalca l'onda di titoli sottili, ovvero con basso flottante, scambiando freneticamente una manciata di azioni che a fine giornata illudono i mercati con rappresentazioni sul volume da capogiro.
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