Moody's minaccia già il governo: "La manovra si rifletterà sul rating"

Il capo economista attacca il governo: "Questa finanziaria è un errore". E minaccia il downgrade: "Si rifletterà tutto sul rating dell'Italia"

"Questa finanziaria è un errore". Dalle colonne della stampa parte la prima minaccia delle agenzie di rating al governo gialloverde. In una lunga intervista Mark Zandi, capo economista di Moody's Analytics, non solo critica la manovra economica ma fa intendere che il declassamento del sistema Italia potrebbe essere alle porte. "È logico aspettarsi che le preoccupazioni sull'Italia manifestate in questi giorni dai mercati - spiega - si rifletteranno anche nelle prossime valutazioni delle agenzie di rating".

Nell'intervista alla Stampa Zandi non anticipa il giudizio che la stessa Moody's darà alla fine del mese, ma avverte tratteggia un quadro a tinte fosche che fa presagire l'avvicinarsi di una tempesta perfetta contro il governo Conte. "Certamente quello che sentiamo non è un plus per l'outlook fiscale dell'Italia - spiega l'economista - il giudizio dei mercati come quello delle agenzie di rating, non si basa sulla politica ma sui numeri, che sono dati oggettivi e uguali per tutti". Dichiarazioni che contrastano fortemente con quanto credono Lega e Cinque Stelle. "Dietro questa impennata c'è una manovra finanziaria di speculatori alla vecchia maniera, come 25 anni fa con George Soros, per comprarsi in saldo le aziende italiane - ha spiegato nei giorni scorsi Matteo Salvini - chi pensa di speculare perde tempo, a nome del governo dico che non torneremo indietro". Per Zandi la realtà è un'altra: "Gli investitori, che per la maggior parte sono persone come noi, mettono i loro risparmi nei titoli emessi dall'Italia e vogliono essere ripagati. Oggi temono che non rivedranno i loro soldi, almeno in un tempo ragionevole, e quindi chiedono maggiori compensazioni per questo rischio. È naturale - continua il capo economista di Moody's Analytics - se prendi rischi, vuoi avere ritorni più alti per correrli".

Standard & Poor's, che al momento assegna al Paese un "BBB" con outlook stabile, dirà la sua il prossimo 26 ottobre. Ed entro la fine del mese ci si attende anche il pronunciamento di Moody's per cui il giudizio è al momento "Baa2" con outlook negativo, in linea con la proroga del periodo di osservazione cui l'Italia è sottoposta annunciata ad agosto e motivata proprio con la necessità di avere "maggiore chiarezza sul percorso discale del Paese e sull'agenda delle riforme". Lo spauracchio è, appunto, quello di un downgrade, che metterebbe ulteriormente sotto pressione lo spread. Se poi i titoli del debito italiano scendessero addirittura al di sotto del livello investment grade (andando sul junk che però dista al momento due gradini) si andrebbero a restringere anche le future possibilità di intervento da parte della Bce.

"Se le preoccupazioni del mercato sulle politiche di bilancio dovessero riemergere c'è un rischio di riaccensione in Italia del legame titoli di stato-banche per effetto dei titoli di stato in portafoglio delle banche italiane e per effetto della loro esposizione all'economia domestica - scriveva ieri il Fondo monetario internazionale (Fmi) - in tale scenario le tensioni del mercato possono allargarsi ad altri mercati dei titoli sovrani in europa come accaduto durante la crisi del debito sovrano in europa e, in modo limitato, già nel maggio scorso".

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