Mutui, con i tassi giù segnali di ripresa

Richieste in crescita del 3,4%. Balzo delle surroghe. Ma Bankitalia frena gli entusiasmi

Mutui, con i tassi giù segnali di ripresa
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La Bce ha messo nero su bianco un solo taglio dei tassi, quello andato in scena a giugno, ma la corsa verso il basso dei tassi praticati per i mutui già ingloba l'attesa di altre mosse nella stessa direzione. Una traiettoria al ribasso partita in anticipo con il tasso medio sui nuovi mutui ipotecari passato dal 4,42% di dicembre 2023 al 3,56% di giugno (dati Abi). L'affiorare di migliori condizioni negli ultimi mesi ha innescato i primi segnali di ripartenza della domanda. Dal Barometro Crif emerge infatti che, dopo una prolungata fase di contrazione, nel primo semestre di quest'anno le richieste di mutui sono salite del 3,4% sotto la spinta delle surroghe (+6,4% nel primo trimestre dell'anno). Anche l'importo medio dei mutui evidenzia una leggera crescita (+1%), con un valore complessivo di 145.687 euro. «La domanda di mutui nei primi mesi dell'anno è stata influenzata positivamente dall'offerta di prodotti a tasso fisso sempre più competitiva, che in particolare ha favorito le surroghe», rimarca Simone Capecchi, executive director di Crif, che indica la direttiva case green' come un ulteriore elemento che in prospettiva può dare sostegno.

A frenare un po' gli entusiasmi è un'indagine pubblicata da Banklitalia, che, dopo i cali della seconda metà del 2023, indica l'attesa delle banche di un mercato dei mutui ancora debole nel primo semestre dell'anno complici anche criteri di offerta sui mutui per l'acquisto di abitazioni lievemente irrigiditi in tutta Italia.

Tornando al Barometro Crif, emerge anche come i giovani (fascia compresa tra 25 e 30 anni) rappresentano il 37,3% del totale delle richieste. Mentre a livello di orizzonte temporale, ben otto richieste su dieci prevedono piani di rimborso superiori a 15 anni, testimoniando una propensione a privilegiare soluzioni diluite nel tempo. Come detto, a spingere le richieste è in particolare la crescente convenienza della surroga. Chi ha un mutuo a tasso variabile si trova a dover scegliere se aspettare che le rate scendano ulteriormente - con la Bce di Christine Lagarde (in foto) che dovrebbe apportare nuovi tagli da settembre in avanti - oppure procedere con una surroga verso il tasso fisso, che ad oggi continua a presentare degli interessi più bassi. L'Osservatorio di MutuiOnline.it indica il variabile al 5,04% a giugno, ancora decisamente sopra il 3,26% dei tassi medi del fisso. Una differenza che si traduce, per chi opta per il tasso fisso, nella possibilità di godere di una rata più bassa oggi, a cui si abbina la tutela da possibili aumenti futuri.

La convenienza del tasso fisso rispetto al variabile si rispecchia nelle intenzioni dei mutuatari, che scelgono il fisso per la quasi la totalità delle richieste di mutuo nel corso di quest'anno (98,9%).

Sempre MutuiOnline sottolinea come attualmente la portabilità del mutuo, che è un'opzione gratuita, arriva a rappresentare oltre un terzo del totale delle richieste (33,6%), in aumento dell'8% sul totale rispetto a un anno fa e addirittura del 52% rispetto al 2022, l'anno in cui la Bce iniziò a mettere in atto una politica fortemente restrittiva, alzando il costo del denaro per contrastare l'ascesa dell'inflazione nell'eurozona.

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