Nasce il terzo gruppo al mondo Ma la sfida è essere primi con Nissan

Resa dei conti a Tokio. Occhio alle mosse di Ford-Volkswagen

Il primato mondiale di Fca-Renault è ora nelle mani di Hiroto Saikawa, ad di Nissan, che domani riunirà il cda. Per ora, il manager si è limitato a dire di essere «aperto a un dialogo che punti a rafforzare l'alleanza». Ma ha aggiunto, denotando una certa sorpresa, che «Nissan non è stata coinvolta nel dossier». Si mormora che il gruppo di Yokohama sia piuttosto irritato perché tenuto all'oscuro dei colloqui tra Parigi e Torino. La Casa francese è alleata dal 1999 con Nissan, di cui detiene ben il 43%; Nissan, invece, ha il 15% senza diritto di voto in Renault e il 34% dell'altro partner, entrato nel 2016, ovvero Mitsubishi.

Allo stato dei fatti, intanto, in attesa di novità dal Giappone, con le prossime nozze tra Fca e Renault il mondo dell'auto si avvia verso una nuova rivoluzione. E Fca, se non ci saranno intoppi, entrerà a far parte del primo gruppo dell'auto, proprio come era nei pensieri dell'ex ad Sergio Marchionne.

Ecco allora delinearsi a cavallo di Europa e Stati Uniti due nuovi colossi: Fiat Chrysler Automobiles, da una parte, e Volkswagen-Ford, dall'altra, anche se questi due colossi, attraverso i rispettivi ad, Herbert Diess e Jim Hackett, hanno annunciato di voler limitare l'intesa a una cooperazione industriale nei furgoni, per poi estenderla agli ambiti di elettrificazione, connettività, guida autonoma e servizi di mobilità. In tal senso, Volkswagen e Ford hanno siglato una lettera di intenti.

Fca e Renault, insieme, rappresentano 8,7 milioni di veicoli, con l'aggiunta di Nissan e Mitsubishi i volumi salirebbero fino a 15,6 milioni. In pratica, da terzo produttore mondiale, il gruppo allargato ai giapponesi scalzerebbe i tedeschi di Volkswagen (10,8 milioni) dal vertice. E Volkswagen, per tornare a guidare la classifica, avrebbe bisogno del contributo di Ford (5,7 milioni di vetture vendute nel 2018), particolare realizzabile soltanto in caso di nozze vere e proprie tra i due gruppi.

Ci sono poi Toyota con 10,5 milioni, a una incollatura da Volkswagen, e Hyundai-Kia, a quota 7,5 milioni, più volte indicata come possibile partner di Fca, una ipotesi tuttavia tramontata ora del tutto.

Mastica amaro, per adesso, il numero uno di Groupe Psa, Carlos Tavares, che dopo aver corteggiato a lungo Fca, ha visto il presidente del Lingotto, John Elkann, puntare direttamente sui concorrenti francesi di Renault e chiudere, nel giro di poco tempo, il progetto di fusione. Uno smacco, dunque, visto che anche l'indiana Tata, nei giorni scorsi, ha detto no all'interesse di Psa verso il marchio Jaguar.

Tra i nomi emersi in passato come possibili soci di Fca (quello di Psa Peugeot è balzato altre volte alla ribalta) oltre a Volkswagen, era emerso quello della cinese Geely, già proprietaria di Volvo e Lotus, pronta a sedersi al tavolo con Elkann e l'ex ad Marchionne. Da Torino, però, non ci sono state risposte.

Chissà quali commenti avrà fatto Mary Barra,

presidente e ad di quella General Motors, a lungo obiettivo principale di Marchionne, il quale, però, si è visto più volte respingere le avances dalla tenace top manager Usa, sostenuta nell'occasione dall'apparato americano.

PBon

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