Non c'è pace (sindacale) nei cieli. Oggi l'attività di Lufthansa sarà in buona parte bloccata, dalle 8 alle 23, da un nuovo capitolo dell'agitazione dei piloti che ha costretto la compagnia a cancellare 48 voli a lungo raggio da e per Francoforte, tra cui quelli per Singapore, Bangkok e Chicago. Il nuovo sciopero dei piloti di Lufthansa arriva a 24 ore dalla ripresa dell'attività dei colleghi di Air France, che hanno paralizzato la compagnia per due settimane: tuttavia la vertenza di Parigi - va sottolineato - non si è chiusa con un accordo, ma con l'intento, accettato dallo stesso sindacato, di proseguire le discussioni «in un clima più sereno». Il nodo è la riorganizzazione dei voli a medio raggio da affidare alla controllata low-cost Transavia, con il trasferimento a essa di buona parte dei piloti, ai quali verrebbe applicato il contratto di Transavia, che prevede circa 200 ore di volo in più all'anno e uno stipendio del 20% in meno rispetto alla casa-madre.
I 5.400 piloti di Lufthansa hanno scioperato l'ultima volta tre settimane fa, ma i giorni più caldi erano stati alla fine di marzo, quando il blocco fu quasi totale per tre giorni, con 3.800 voli cancellati e disagi per mezzo milione di persone. La vicenda è sempre la stessa e riguarda, anche qui, questioni di vil denaro. Attualmente i piloti Lufthansa possono andare in pensione a 55 anni con un assegno pari al 60% dello stipendio. La compagnia vorrebbe portare l'età pensionabile a 65 anni, per meglio utilizzare la forza-lavoro. E anche a Francoforte, come a Parigi, è in agguato una low-cost come strumento per migliorare i conti del gruppo: Lufthansa vorrebbe concentrare il medio raggio nella controllata Germanwings, facendole rilevare grandualmente le rotte interne all'Europa, area nella quale la compagnia vola in perdita. Sono insomma evidenti la simmetria quasi perfetta tra le strategie industriali (per ora incompiute) di Air France-Transavia e Lufthansa-Germanwings, e il riconoscimento definitivo della sconfitta rispetto alle low-cost , a cominciare da Ryanair e easyJet.
Quanto ai piloti, si tratta di una categoria fortissima in tutto il mondo, dall'Europa agli Stati Uniti; se agiscono in maniera compatta, sotto l'egida dei loro sindacati, sono in grado di mettere in ginocchio qualunque compagnia: da un lato senza di essi gli aerei non volano, dall'altro il loro reddito elevato fa sì che possano sostenere economicamente anche lunghe astensioni dal lavoro. Un potere contrattuale pesantissimo, pressochè ricattatorio.
Tutto ciò trova conferma anche in Italia, dove già negli anni Settanta i sindacati confederali guardarono
con sospetto l'organizzazione dei sindacati autonomi dei piloti, chiamati associazioni professionali. Anche nell'ultima vertenza Alitalia, Cgil, Cisl e Ugl non hanno voluto sedere allo stesso tavolo con i piloti dell'Anpac.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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