
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu parla all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in un momento di crescente isolamento internazionale e sotto l’ombra di gravi accuse. Fischi per il premier quando è salito sul podio per iniziare il suo intervento, per poi essere contestato con diversi delegati hanno lasciato l'aula.
Negli ultimi giorni, Paesi come Australia, Canada, Francia e Regno Unito hanno espresso sostegno al riconoscimento di uno Stato palestinese, mentre l’UE intensifica le pressioni diplomatiche. L’Assemblea generale dell’ONU, a inizio settembre, ha approvato una risoluzione non vincolante in favore della causa palestinese, definita da Netanyahu “inaccettabile”. Alla vigilia del suo intervento, il premier israeliano aveva ribadito la sua linea intransigente: “Dirò la nostra verità. Condannerò quei leader che, invece di condannare assassini, stupratori e incendiari di bambini, vogliono dar loro uno Stato nel cuore di Israele”.
Netanyahu e Trump si incontreranno a margine della visita a New York. Intanto, l’ufficio del premier ha annunciato che il suo discorso verrà diffuso con altoparlanti dal confine sud di Israele per raggiungere direttamente la popolazione di Gaza. Lo riporta Channel 12 citando fonti dell'esercito che osservano come l'iniziativa potrebbe rappresentare un rischio operativo per i combattenti che saranno costretti ad abbandonare le difese e le aree in cui si trovano per poter installare gli altoparlanti. La direttiva infatti potrebbe indurre i combattenti a abbandonare le posizioni difensive in cui si trovano, il che - per le fonti - potrebbe metterli a rischio. "Farò ora una cosa che non ho mai fatto. Ho chiesto di mettere a Gaza degli altoparlanti sperando che gli ostaggi possano sentire questo mio messaggio. Ai nostri coraggiosi eroi dico: sono il primo ministro Netanyahu e vi parlo in diretta dall'Onu, non vi abbiamo dimenticato neanche un secondo. Il popolo di Israele resta con voi, non ci fermeremo finché tutti voi non sarete tornati a casa", ha detto il premier israeliano.
Durante il suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu, tra i richiami del presidente di sessione a mantenere l’ordine, Netanyahu ha ribadito che “Hamas non è stato ancora sconfitto, è arroccato a Gaza e ha giurato di ripetere atrocità come quelle del 7 ottobre. Per questo Israele deve completare il lavoro, nel modo più rapido possibile”.
All’inizio del discorso, Netanyahu ha mostrato nuovamente la “mappa del terrore” che lo scorso anno aveva esibito dallo stesso podio, denunciando l’espansione del programma nucleare e missilistico iraniano. “Non solo minaccia Israele, ma mette in pericolo anche gli Stati Uniti”, ha avvertito, ricordando le operazioni israeliane contro Teheran, gli Houthi in Yemen, obiettivi in Siria e i leader di Hamas nella Striscia. Il premier ha chiesto il ripristino delle sanzioni Onu contro l’Iran e ha ringraziato Donald Trump “per le sue azioni audaci e decisive” in funzione anti-Teheran. “Abbiamo promesso che l’Iran non avrebbe mai avuto la bomba nucleare e ci siamo riusciti. Ma la vigilanza deve continuare”, ha dichiarato.
Rivolgendosi direttamente ad Hamas, Netanyahu ha richiamato la trasmissione di messaggi dentro Gaza tramite schermi: “Liberate gli ostaggi e deponete le armi. Se lo farete, vivrete. Se non lo farete, Israele vi darà la caccia”. Infine, ha aggiunto che “molti leader che pubblicamente condannano Israele, a porte chiuse ci ringraziano”.
Netanyahu ha indossato una giacca su cui è attaccato un qr code che indirizza al "sito web sulle atrocità" con la documentazione sull'attacco di Hamas del 7 ottobre. Netanyahu ha detto che "gli ultimi componenti di Hamas sono a Gaza City e hanno giurato di ripetere le atrocità del 7 ottobre ancora e ancora, a prescindere da quanto le loro forze siano state danneggiate". Quindi, "è per questo che Israele deve finire il lavoro e farlo il più rapidamente possibile. Molti nel mondo non ricordano il 7 ottobre, ma noi ricordiamo. Israele ricorda".
Netanyahu ha ribadito la sua netta opposizione alla soluzione dei due Stati, sostenendo che "i palestinesi non vogliono uno Stato accanto a Israele, ma al posto di Israele". Nel suo discorso, Netanyahu ha accusato diversi Paesi di aver “ceduto ad Hamas” e ha bollato come "bugie antisemite" le critiche rivolte a Israele per la guerra a Gaza.
Non ha risparmiato neppure l’Autorità Palestinese, definita "corrotta fino al midollo" e incapace di riformarsi. Ha ricordato come da decenni si parlino di cambiamenti mai realizzati e che nel territorio sotto la sua giurisdizione non si tengano elezioni da anni.