
Da un momento all'altro è attesa la definizione, tra Fiat e Veba, dell'accordo che porterà il 41,5% di Chrysler nel carniere del Lingotto e, contestualmente, un gruzzolo non indifferente (3,65 miliardi di dollari, dei quali 1,750 cash con un assegno datato Torino e 1,9 miliardi come dividendo straordinario che Chrysler pagherà a tutti gli azionisti).
Il memorandum d'intesa che integra il contratto prevede altri interventi da parte di Chrysler a Veba: 700 milioni di dollari da versare al fondo pensioni del sindacato Uaw in quattro quote su base annua (la prima in concomitanza con la chiusura dell'operazione). La scadenza per il closing dell'operazione era stata fissata per lunedì 20 gennaio, dimenticando forse che si tratta di un giorno di festa negli Stati Uniti (si celebra infatti il «Martin Luther King Day») e le banche sono chiuse. Lo stesso Sergio Marchionne, dall'Auto Show di Detroit, aveva confermato nei giorni scorsi il closing entro questa settimana.
Una volta messa la parola fine alla lunga trattativa dalla quale nascerà il gruppo Fiat Chrysler Motor (Company), cioè il settimo produttore di automobili nel mondo, Marchionne potrà dedicarsi a tempo pieno alle strategie di rilancio e al nuovo piano industriale con al centro la sfida nel segmento premium per i marchi Alfa Romeo e Maserati. L'attesa della firma del passaggio ufficiale del 41,5% di Chrysler a Fiat, insieme a un dicembre incoraggiante per il gruppo in Europa, ha dato slancio alle azioni Fiat in Borsa (ieri+3,55% a 7,44 euro), che hanno aggiornato i massimi a due anni e mezzo. Dall'inizio del 2014, coinciso il giorno di Capodannocon l'annuncio del blitz su Chrysler, il titolo del Lingotto ha segnato un balzo di oltre il 22 per cento.
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