Cade un'altra tegola su Parmalat. Dopo l'indagine avviata dalla magistratura e dalla Consob sulla contestata acquisizione di «Lag», la controllata americana di Lactalis, Collecchio perde la Centrale del Latte di Roma, che torna tra le proprietà del Comune della Capitale. A deciderlo è stato il Tribunale, stabilendo che Roma Capitale, controllata del Campidoglio, «è l'attuale e unica proprietaria» del 75% della Centrale del Latte e condannando quindi il gruppo di Collecchio «all'immediata restituzione» delle azioni stesse.
Un verdetto durissimo, davanti al quale il presidente Franco Tatò ha convocato d'urgenza il consiglio di amministrazione di Parmalat per questa mattina, al fine di assumere «le necessarie determinazioni». In sostanza il board potrebbe sfilare l'approvazione del bilancio dai lavori dell'assise in agenda dalle ore 11, così da apportare le necessarie correzioni ai documenti contabili appunto alla luce dell'uscita dal perimetro del gruppo della Centrale del Latte di Roma. Parmalat, che durante la precedente gestione di Enrico Bondi non sembra aver cercato una transazione sulla compravendita dell'ex municipalizzata romana, farà comunque appello nella speranza di ribaltare la sentenza e ne chiederà la «sospensione»: il verdetto del Tribunale dovrebbe diventare esecutivo nell'arco di 15-20 giorni.
La decisione dei magistrati arriva dopo che la stessa Parmalat, nel febbraio del 2011, aveva chiesto alla giustizia civile di «accertare la proprietà delle azioni» dopo che la magistratura amministrativa aveva dichiarato nulla la vendita fatta un anno prima dal Comune alla Cirio di Sergio Cragnotti. Il bando sulla privatizzazione prevedeva che Cragnotti non potesse vendere la società prima di cinque anni. Senonchè, all'inizio del 1998, in piena crisi Cirio cedette a Parmalat la Centrale del Latte, nel frattempo confluita in Eurolat. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha definito «una vittoria completa» la sentenza del Tribunale, avviando le procedure per prendere effettivo possesso dell'ex municipalizzata.
Quella odierna si preannuncia comunque come una assemblea calda: sul tavolo anche la nomina del collegio sindacale, con i soci di minoranza (riuniti in «Azione Parmalat») che daranno battaglia per avere voce nell'organismo di controllo dopo che lo stesso cda ha avanzato una propria candidatura. Anche questo dossier è all'attenzione della Consob.
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