Economia

In pensione 5 anni prima: chi può lasciare tutto (davvero)

Il contratto di espansione consentirebbe di lasciare il mondo del lavoro 5 anni prima dalla sua naturale scadenza: ecco come funziona e per quali categorie è valido

In pensione 5 anni prima: chi può lasciare tutto (davvero)

È ormai da mesi che nel governo si parla di come riformulare la pensione con l'addio di Quota 100 il prossimo 31 dicembre ma ancora, al dunque, non ci si è arrivati. Le misure ipotizzate sono tante, ogni forza politica ha la sua proposta ma un'indicazione precisa ancora non c'è.

Cos'è il contratto di espansione

Parlando della stretta attualità e delle misure in "vantaggio" rispetto ad altre, c'è l'ipotesi di rafforzare il "contratto di espansione", cioè la possibilità di uscire dal mondo del lavoro 5 anni prima rispetto quanto previsto dai requisiti di legge (67 anni di età oppure 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, uno in meno per le donne). Nei cinque anni che precedono il termine vero e proprio, il datore di lavoro dovrà erogare un’indennità mensile che accompagni al raggiungimento dell'età pensionistica. Per il momento, questo tipo di contratto è valido per tutto il 2021 ed è disponibile per le aziende che superano i 100 dipendenti. Con la nuova manovra, questa possibiltà sarebbe allargata alle imprese che abbiano almeno 50 dipendenti anche se si sta lavorando ad eliminare del tutto questi paletti e renderla operativa senza il vincolo del numero dei lavoratori.

Il datore di lavoro dovrà versare la stessa indennità mensile che il pensionato riceverà quando non farà più parte del mondo del lavoro con il vantaggio che, se il dipendente raggiungesse la pensione di vecchiaia grazie allo "scivolo", non dovrà più pagargli i contributi. Ovviamente, l'impresa dovrà garantire un piano di assunzioni che consenta il giusto ricambio tra chi libera il posto e chi dovrà prenderlo.

"Opzione donna"

Un altro modo di andare in pensione anticipata potrebbe essere “Opzione donna”: può essere valida per le lavoratrici con un’anzianità contributiva di 35 anni o superiore e un’età anagrafica di 58 anni anni o superiore in base che siano dipendenti o autonome (in questo caso 59 anni). Per questa tipoligia di pensione è necessario che cessi il rapporto di lavoro dipendente: questa misura permette di uscire anche 9 anni prima dal mondo del lavoro ma il prezzo da pagare è un assegno ridotto tra il 20 e 30% in meno (a seconda dell'anticipo con cui si decide di uscire).

Bagarre in parlamento

Come detto, se ne parla da mesi ma la gara è ancora tutta da giocare. Come riporta Il Messaggero, un Consiglio dei Ministri potrebbe essere convocato entro martedì per sciogliere gli ultimi nodi sul tema. Complessivamente, sarebbero stanziati 5 miliardi comprensivi degli interventi sulla previdenza: si rivalutano le pensioni, si cerca di limitare l'inflazione per proteggere i montanti pensionistici che risentono della discesa del Pil italiano anche a causa della pandemia.

Una cosa è certa: evitare di ricorrerere nuovamente alla legge Fornero: in questo caso, la via d’uscita per evitare il famigerato "scalone" è l’ipotesi di andare in pensione a 63 anni con determinate penalizzazioni sull’assegno.

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