Quale sarà il futuro di quota 100 e delle pensioni? Difficile dirlo con certezza, anche se qualche indicazione è arrivata dall'intervento del ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone.
Le dichiarazioni rilasciate dal ministro grillino contengono una timida apertura alla possibilità di modificare quota 100: “Per noi resta, è importante e ci teniamo a mantenerla in piedi. Si potrà poi eventualmente valutare se portarla a quota 101, ma sono valutazioni preliminari”. Insomma, per Dadone, come sottolinea il quotidiano Il Messaggero, quota 100 è un sistema di uscita anticipata che è servito a superare la rigidità delle leggi precedenti, responsabile di aver “bloccato l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, in particolare nella pubblica amministrazione”.
Il Movimento 5 Stelle non ha quindi alcuna intenzione di terminare in anticipo di un anno il periodo di applicazione della misura. Al contrario, Italia Viva e una parte del Partito Democratico spingono per la sua immediata abolizione, così da dirottare quanto risparmiato nel taglio dell'Irpef e in altri provvedimenti. I pentastellati la pensano diversamente: “Deve rimanere fermo il triennio di sperimentazione, che è utilissimo, poi, se ci saranno ulteriori valutazioni da fare, si faranno”.
Le opzioni sul tavolo
Tradotto: per il momento quota 100 resta al suo posto ma in futuro non sono da escludere eventuali modifiche. Anche perché è in corso un tavolo di confronto tra l'esecutivo e i sindacati, con l'obiettivo di trovare una misura che metta d'accordo tutte le parti coinvolte. Nelle prossime settimane, quindi, il governo giallorosso farà le sue valutazioni. La data da cerchiare sul calendario è il prossimo 13 marzo, quando dovrebbe arrivare una risposta sul meccanismo flessibile che dovrà sostituire la misura al centro delle discussioni.
Cosa fare quando scadrà quota 100? L'importante è mettere in pratica una misura che sia in grado di evitare uno scalone drastico per chi non riuscisse a centrare i requisiti richiesti di 62 anni e 38 di contributi. Un'opzione è quella di quota 101 anche se già si parla di quota 102. In quest'ultimo caso, quindi, 64 anni di età e 38 di contributi.
Al ministero dell'Economia si ragiona anche a una possibilità di uscita dal mondo del lavoro a 64 anni, con eventualmente il requisito di 38 di anzianità ma con un importo dell'assegno pensionistico calcolato con il sistema contributivo.
Questo scenario implicherebbe, in base alle differenti carriere, un taglio più o meno netto che potrebbe arrivare al 25-30%. Ma anche l'equilibrio del bilancio pubblico nel medio-lungo periodo e, nell'immediato, un problema di cassa per un discreto numero di persone che dovessero uscire dal mondo del lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.