Politica economica

"Perché diciamo no alla carne sintetica"

Il presidente di Coldiretti: "Sì al ddl Lollobrigida che tutela gli allevamenti italiani"

"Perché diciamo no alla carne sintetica"

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La prossima settimana la Camera dovrebbe dare il via libera definitivo al ddl Carne sintetica presentato dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Il testo vieta la produzione e la vendita di cibi e mangimi sintetici, in particolare la carne coltivata in laboratorio, per «tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare». La ricerca sugli alimenti in provetta solo nel 2022 ha attirato circa 1 miliardo di euro di investimenti a livello globale. Ne abbiamo discusso con il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini.

Presidente Prandini, Coldiretti è favorevole alla misura che tutela la produzione made in Italy?

«Apprezziamo il lavoro fatto anche in termini istituzionali. La nostra petizione contro la carne sintetica ha raccolto oltre 2 milioni di firme e il sostegno di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei. Ben 3mila comuni hanno deliberato a favore del provvedimento spesso all'unanimità così come hanno fatto tutti i consigli regionali, indipendentemente dallo schieramento politico. Una manifestazione di interesse per far sì che l'Italia fosse il primo Paese a livello mondiale a prendere posizione rispetto a prodotti che, secondo noi, potrebbero generare rischi nel medio e lungo periodo per la salute».

Al giorno d'oggi è difficile mettersi contro la cosiddetta scienza.

«Pretendiamo trasparenza. Occorrono studi terzi, indipendenti, autorevoli per analizzare questi prodotti e stabilirne le ricadute sulla salute. Tanto più che anche i gastroenterologi hanno espresso dubbi circa l'eventuale consumo abitudinario. Secondo noi, questi prodotti dovrebbero essere equiparati ai prodotti farmaceutici. Non è cibo perché viene realizzato in laboratorio».

L'Italia si sta assumendo un rischio perché l'Ue non sembra contraria.

«Sarebbe un paradosso se l'Europa consentisse l'utilizzo di ormoni e farmaci necessari per produrre carne sintetica, mentre li ha assolutamente vietati negli allevamenti zootecnici. L'unico Paese al mondo dove è già in vendita questo prodotto a base di cellule staminali è Singapore. In Israele chi vuole degustare deve firmare una liberatoria che esonera produttore e venditore da eventuali responsabilità. Autorizzazioni ci sono state anche negli Usa. Ma stiamo parlando di aree del mondo con una visione e un concetto di agricoltura e di cibo molto diverso dal modello europeo. La nostra è un'agricoltura molto attenta alla salubrità e alla sostenibilità».

Ma è vero, come si dice, che la carne sintetica è più ecologica?

«Una ricerca dell'Università della California afferma che la carne coltivata ha un impatto in termini di emissioni dalle 4 alle 24 volte superiore a qualsiasi forma di allevamento zootecnico».

Cui prodest, dunque?

«A chi vuole concentrare ulteriormente la ricchezza nelle mani di poche persone. Dopo Big Pharma, dopo le piattaforme di comunicazione, chi si impossessa del cibo sarà in grado di influire anche sulle scelte politiche a livello globale. Tra l'altro, in questo modo, si toglie una possibilità di sviluppo all'Africa e agli altri Paesi in via di sviluppo.

Il 23 e 24 novembre Coldiretti organizzerà a Roma il Forum dell'Agricoltura. Cosa vi aspettate?

«Auspichiamo che fra due settimane il quadro sia più chiaro, non fosse altro perché ci sarà la legge. L'Italia potrebbe essere un esempio per tanti altri Stati.

Nel corso del Forum approfondiremo i rischi connessi a queste produzioni, ma sarà anche un momento importante per analizzare gli scenari internazionali e le dinamiche delle filiere agroalimentari come opportunità per generare sviluppo e crescita».

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