Economia

Piano Mps, il giallo dello scontro Ue-Bce

Divergenze sull'iter della "ricapitalizzazione precauzionale". Le indiscrezioni smentite del "Financial Times"

Piano Mps, il giallo dello scontro Ue-Bce

La strada del Monte dei Paschi verso l'ingresso dello Stato al 70% è lunga e tortuosa - il nuovo piano non sarà varato prima della fine di aprile - anche perché i tempi della politica, e della vigilanza, non sono quelli della finanza. A complicare il cammino, secondo il Financial Times, sarebbero però i contrasti fra la Bce e la Commissione Europea sulla valutazione dell'aiuto di Stato da dare a Siena, consentito dalla direttiva Brrd (quella che ha introdotto il bail in). Da un lato, spiega l'articolo, la Vigilanza di Francoforte «aspetta che Bruxelles approvi il piano di ristrutturazione che la banca sta definendo e approvi l'aiuto di Stato. A Bruxelles, invece, pensano che Francoforte debba dare il via libera alla ricapitalizzazione prima che la Commissione Ue possa definire i termini della ristrutturazione. Insomma il problema sembra essere: chi si assume la responsabilità dell'operazione? Dall'antitrust europeo, un portavoce getta acqua sul fuoco: «Stiamo lavorando con le autorità italiane e con il supervisore seguendo le regole Ue». La Bce ricorda che l'aumento precauzionale riguarda solo Roma e Bruxelles.

Di certo, per tutti - governo, Bce e Commissione Ue - è la prima volta di fronte all'esecuzione dell'articolo 32 della direttiva Brrd che rende possibile una «ricapitalizzazione in via precauzionale» delle banche in difficoltà con fondi pubblici senza che questo venga considerato un auto di Stato e senza che la banca sia messa in risoluzione. Ciascuna parte ha una missione: Il Tesoro mette i soldi, circa 6,6 miliardi per salire nel capitale e per rimborsare con obbligazioni senior i risparmiatori che vedranno convertire in azioni Mps i loro bond subordinati.

Ai commissari di Bruxelles, invece, è affidato il compito di controllare che il nuovo piano messo a punto dall'ad Marco Morelli non crei distorsioni sul mercato. E poi ci sono gli «sceriffi» della Bce che hanno alzato l'asticella del fabbisogno di capitale a 8,8 miliardi e vigilano sul rispetto dei coefficienti patrimoniali.

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