Benzina e Diesel: perché costa di più nonostante i sussidi?

Per un pieno carburante toccati oltre 2 euro in modalità servito

Benzina e Diesel: perché costa di più nonostante i sussidi?

Un litro di benzina verde in modalità self arrivata a toccare 1,914 euro al litro (oltre i 2 euro se servito) e il diesel a 1,831 euro al litro. Il prezzo del carburante continua a crescere sempre di più con effetti pesantissimi sulle tasche di famiglie, consumatori e, soprattutto, lavoratori e imprese.

Da quando è iniziata la guerra, secondo le stime dell'Unione consumatori, un litro di benzina è arrivata a costare oltre 3 centesimi in più mentre il gasolio 9 centesimi e i rincari si traducono, secondo Federconsumatori, in un aggravio di 264 euro per una famiglia che fa due pieni da 50 litri al mese.

Si tratta di spese che gravano tanto sul bilancio delle famiglie e il peggio potrebbe non essere passato, considerando che la data di scadenza del taglio delle accise si avvicina sempre di più così come l'eventuale futuro bando del greggio russo per soddisfare il fabbisogno energetico del nostro Paese.

Negli scorsi mesi il governo ha messo in campo numerose misure di contrasto al caro energia, tra cui l'ultimo Dl 50/2022 ma i prezzi non cessano di crescere nonostante il taglio delle accise (che, inoltre, scade l'8 luglio prossimo). Ma perché il prezzo continua a crescere nonostante i sussidi?

L’intervento del governo sulle accise ha tagliato la tassazione di 30,5 ma ci sono numerosi elementi che incidono sui rincari tra cui le quotazioni del greggio con il costo a barile che si aggira tra i 116,3 e 117,3 dollari al barile.

Altro elemento che incide pesantemente sulla crescita è l'effetto filiera per cui, nei numerosi passaggi dal prodotto grezzo sino al consumatore, i prezzi arrivano siano ai livelli attuali. Su questo fattore incide anche tanto la sempre minore capacità di alcuni paesi, a partire dell'Italia, di lavorare (trasformare) il petrolio e di esportare i prodotti della raffinazione.

Infine c'è l'Inflazione, che in Italia ha toccato punte pre-euro e su cui ci sono stime di crescita su base annua del 6,5%.

In questa cornice, il governo (dopo i due decreti ministeriali e due decreti legge, per complessivi 3,36 miliardi stanziati) starebbe pensando ad un nuovo intervento sulle accise con la sottosegretaria all'economia Maria Cecilia Guerra che ha detto, sull'idea di un nuovo intervento, che è "molto probabile" anche considerando che con l'aumento dei prezzi aumenta contestualmente anche il gettito dell'Iva, spesa che il governo non vuole mettere nelle casse dello Stato, ma usarlo "per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo".

Gli effetti si faranno sentire anche sul settore alimentare e della distribuzione considerando che in Italia l'85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l'aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni.

Secondo Coldiretti "l'impatto dell'impennata dei costi per l'insieme delle aziende agricole- supera i 9 miliardi di euro. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio".

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